Secondo l’accusa, la donna avrebbe prodotto lettere anonime, cartoline, messaggi scritti su biglietti e cartoncini recapitati direttamente al parroco o lasciati all’interno e fuori da alcune chiese di Terni e Collescipoli e anche sulla pubblica via, in particolare nel borgo del Ternano.
I contenuti sono fatti di trivialità e riferimenti sessuali che sarebbero stati - falsamente - attribuiti al religioso.
Negli stessi scritti, ma anche in lettere fatte recapitare a due cardinali e al vicario generale della diocesi, si accusa - altrettanto falsamente - l’ex vescovo Piemontese di coprire le presunte ‘malefattè del parroco.
All’origine della vicenda, secondo gli inquirenti, ci sarebbero dissapori interni alla parrocchia collescipolana.
Nell’ultima udienza sono stati sentiti testi sia dell’accusa sia delle parti civili, poi l’udienza è stata aggiornata al prossimo 4 maggio. All’origine della vicenda, secondo le accuse ci sarebbero dissapori interni alla parrocchia collescipolana ma spetterà al tribunale di Terni, in particolare al giudice Simona Tordelli, stabilire se ci siano responsabilità precise per tutto ciò che il parroco e il vescovo hanno dovuto subire negli anni scorsi. Il parroco e l’ex vescovo si sono costituiti parte civile i attraverso gli avvocati Patrizia Bececco e Roberto Spoldi, La donna è difesa dall’avvocato Fabrizio Garzuglia.
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