Gualdo Tadino, per il ragazzo investito e abbandonato nel fosso c'è una donna indagata

L'automobilisti al giudice: «Stavo rientrando dal lavoro la strada era bagnata. Ho sentito un forte rumore, ho pensato di aver colpito un animale»

Gualdo Tadino, per il ragazzo investito e abbandonato nel fosso c'è una donna indagata
di Enzo Beretta
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Sabato 4 Febbraio 2023, 06:55

Importante passo in avanti nell’inchiesta sull’auto pirata che il pomeriggio del 16 gennaio, a Gualdo Tadino, ha investito un ventenne romeno abbandonato in condizioni gravissime nel fosso che costeggia la statale 444. Attraverso controlli mirati in alcune carrozzerie della zona i carabinieri hanno rintracciato la Fiat Panda che ha provocato l’incidente e dopo aver identificato la proprietaria dell’utilitaria, una folignate di 53 anni, la Procura della Repubblica di Perugia ha iscritto il nome della donna nel registro degli indagati. Viene accusata di lesioni personali stradali gravissime, fuga del conducente e violazione del Codice della strada. La donna ha chiesto di essere interrogata dal magistrato, al quale ha scandito a chiare lettere «Guidavo io», escludendo dunque che qualcun altro potesse trovarsi al volante della sua auto. Il pm ha comunque sequestrato il cellulare della donna e disposto accertamenti informatici che hanno a che fare anche con la «tempistica del sinistro stradale».

L’incidente è avvenuto lungo via Sandro Pertini, la via che collega il centro commerciale Portanova alla zona di Cerqueto. È lì che il giovane è stato centrato mentre camminava sul bordo di quel tratto di strada sprovvisto di marciapiedi. Ed è sempre lì che un passante, la mattina successiva, si è casualmente accorto della presenza di quel ragazzo ferito e infreddolito caduto nel fosso. A quel punto sono stati chiamati i soccorsi, un’ambulanza lo ha portato di corsa all’ospedale di Perugia ed è stato ricoverato in gravi condizioni: il bollettino parlava di un preoccupante trauma cranico, di un’emorragia interna, del femore rotto e di un principio di ipotermia per quella notte trascorsa al gelo di Gualdo. Venti giorni dopo i fatti il romeno è ancora ricoverato nel reparto di terapia intensiva, sempre in prognosi riservata. 

Poche ore dopo l’incidente la donna si è presentata da un carrozziere chiedendo di riparare la Panda danneggiata, non soltanto nel parabrezza.

I carabinieri, però, una volta individuata l’auto che ha rischiato di uccidere il 20enne hanno fermato le operazioni e repertato altri pezzi di fanale rotto sul luogo del sinistro. È quella: non c’è dubbio. Lo ha confermato la 53enne che, su richiesta dell’avvocato Guido Bacino, voleva essere sentita in Procura: «Stavo rientrando dal lavoro, erano circa le 17.30, pioveva e la strada era bagnata. Tutto a un tratto ho sentito un forte rumore provenire dalla parte destra dell’auto, mi sono messa paura, ho pensato di aver colpito un animale». Il pm Franco Bettini ha messo nero su bianco le accuse: parla di «condotta colposa» da parte della donna che «alla guida della Fiat Panda, percorrendo via Pertini, urtava col lato destro della vettura il pedone che camminava sul ciglio della strada, non accorgendosi della sua presenza e non prestando la dovuta attenzione agli ostacoli presenti sul percorso stradale, facendolo cadere nel canaletto di scolo adiacente alla strada, per poi darsi alla fuga, allontanandosi dal luogo senza prestare la dovuta assistenza all’infortunato, il quale riportava importanti lesioni personali con prognosi, allo stato, riservata». Il pm vuol fare piena luce sulla «dinamica» e sulla «tempistica del sinistro stradale»: per questo sono stati nominati come consulenti tecnici l’ingegner Alessandro Manuali e il tecnico informatico Luca Calzolari, i quali approfondiranno gli aspetti della «cinedinamica» e altre informazioni utili alle indagini che potrebbero essere custodite nel telefono sotto sequestro.

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