Terni, Valentina addio. Il consigliere Michele Rossi: «Fallito il progetto del bike sharing»

Terni, Valentina addio. Il consigliere Michele Rossi: «Fallito il progetto del bike sharing»
di Aurora Provantini
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Martedì 26 Ottobre 2021, 20:31

TERNI - Un vero e proprio fallimento. Il noleggio pubblico delle biciclette non è mai veramente decollato a Terni e ad oggi non resta che il degrado: postazioni corrose, distrutte, pericolose e con pezzi di “Valentine” abbandonati qua e là.  Michele Rossi, consigliere di maggioranza (Terni Civica), propone di dichiarare conclusa quella esperienza franata sul nascere e di iniziare a pensare di smantellare i segni di quell’insuccesso dell’amministrazione comunale. «Qualche giorno fa in commissione abbiamo appreso dall'assessore competente che ci sarebbe l'intenzione di procedere ad un nuovo restyling del servizio di bike sharing cittadino. L’ennesimo. Quindi verranno riversate ulteriori risorse - polemizza Rossi - per un progetto che non ha mai funzionato». «In quella riunione ho consigliato di non continuare ad investire in un servizio che per una serie di ragioni, a cominciare dall'inefficienza, sembra non interessare ai cittadini. La nostra non è una città così turistica da sostenere un servizio di noleggi bici pubblico.  Bisognerebbe sapere che nelle piccole città come nelle grandi, l'idea della bicicletta condivisa ha avuto nel tempo fortune alterne - argomenta Rossi- dimostrando che per far funzionare un servizio non è sufficiente catapultarlo in qualsiasi realtà. Le immagini di degrado e abbandono delle postazioni ternane sono simili a quelle di tantissime altre città italiane.  Ed è per questo che molte (da Novara, a Trieste, Lodi, Genova, Biella) hanno deciso di non rinnovare i contratti concessori ai vari gestori. In molti casi le bici e le strutture sono di proprietà di società che non esistono più e dovrà essere l'ente a rimuoverle con ulteriori spese.  In alcune città non è servito neanche sostituire il sistema esistente con alternative quali il bike sharing a flusso libero, ovvero tramite App,  o inserire biciclette a pedalata assistita. Altre in procinto di farlo confrontandosi con realtà simili hanno deciso alla fine di abbandonare completamente l'idea». Il sistema di prestito è nato per un preciso motivo: consentire agli utenti di percorrere “l’ultimo miglio” fra la stazione del trasporto pubblico ed il luogo di destinazione, pedalando. «Per questo – conclude Rossi - occorre tornare ad investire sull’uso delle bici personali, su maggiori rastrelliere e piste ciclabili, su un sistema di depositi comunali e su politiche precise che possono scaturire da tavoli tecnici». 

«Se si ama veramente la bicicletta occorre continuare a lavorare per favorire la ciclabilità in sicurezza.

Le statistiche ci dicono che in Italia ci sono un ciclista morto e dieci ciclisti feriti al giorno. Finché questi saranno i numeri si devono concentrare i fondi sulle infrastrutture necessarie a rendere l'uso della bici sempre più sicuro». 

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