Terza dose, subito in campo in Umbria i medici di famiglia. Caos sul numero verde

Terza dose, subito in campo in Umbria i medici di famiglia. Caos sul numero verde
di Luca Benedetti
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Mercoledì 3 Novembre 2021, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 10:09

PERUGIA - Tornano in campo i medici di famiglia per il vaccino anti Covid. E il piano ricalca, in linea di massima, quello utilizzato per la prima e la seconda dose.
Ieri nelle caselle di posta elettronica dei sindacati dei medici di medicina generale è arrivata la bozza di accordo, riveduta ed emendata, inviata dalla Regione. Ieri sera vertice tra le varie sigle e oggi, a meno di sorprese nelle notte, si dovrebbe arrivare alla firma. Cioè il via libera che vedrà i medici di famiglia subito in campo per la terza dose. Come per la prima fase i medici di medici generale andranno nelle case dei non deambulati. Mentre ora gli over 80 stanno facendo la terza dose negli hub vaccinali( quello di Foligno all’aeroporto è stato chiuso e tutto viene fatto a Spello a Cà Rapillo; mentre quello perugino di San Marco andrà avanti almeno fino alla fine del mese dopo la proroga dell’ordinanza firmata nei giorni scorsi dal sindaco Romizi), chi non può uscire di casa verrà raggiunto dai medici di famiglia. Con lo stesso assetto organizzativo di prima e seconda dose. Saranno i dottori a gestire appuntamenti e vaccinazione. Utilizzeranno il vaccino Moderna per facilità d’uso, ma non è escluso che in una seconda fase possa utilizzare il Pfizer. Logico immaginare che poi, come già annunciato dalla Regione, i medici di medicina generale somministreranno la terza dose anche nei loro ambulatori.
Mentre l’operazione terza dose sta per partire, si è mossa la vaccinazione antinfluenzale. Gli stock di vaccini da ieri sono in distruzione agli stessi medici di famiglia che inoculeranno anche quello contro lo pneumococco. Insomma, tre fronti aperti per tenere il più lontano i rischi legati al virus. Ecco perché oltre al richiamo del vaccino anti Covid, i medici di medicina generale sono impegnati anche nelle altre vaccinazioni per tutelare soprattutto gli anziani e le categorie a rischio. Senza considerare che gli esperti considerano strategica la terza dose di vaccino tanto che il professor Guido Rasi, consulente del generale Figliuolo, ha spiegato ieri al Messaggero che anche per la fascia di età 50-59 anni può essere imminente il richiamo booster.
IL CASO TELEFONI
Intano da ieri la Regione ha cambiato il destino dei numeri verdi utilizzatissimi, e utilissimi, durante le fasi più acute dell’emergenza Covid-19. Si tratta dell’800636363 e dell’ 800192835 (supporto info vaccinazioni anti Covid). Per chi chiama dal telefonino dovrà pagare il servizio che resta gratuito solo da numero fisso. Chiamando l’800636363 (numero albero vocale con due servizi di cui uno attivo da febbraio 2020 per “Info e supporto sul coronavirus” e l’altro attivo dal 2016 per “Prenotazioni Cup, Info di orientamento sui servizi sanitari ed altri servizio Nus) infatti, la voce registrata indica, molto velocemente, il numero fisso da richiamare. Della novità gli utenti se ne sono accorti ieri, sono arrivate segnalazioni e proteste e le due Asl hanno ricevuto diverse segnalazioni tramite gli Urp.
Un’operazione fatta sul filo del risparmio I(cospicuo, per carità, ma i mugugni sono tanti) e spiegata nella delibera della giunta regionale numero 1004 del 27 ottobre.
Dalla delibera della Regione viene spiegato come «entrambi i numeri verdi accettano telefonate sia da telefoni fissi che da cellulare ripartiti rispetto al numero complessivo di telefonate ricevute nel 18% da fisso e nel 92% da cellulare. I costi delle chiamate sono attualmente interamente a carico di Umbria Salute e Servizi con un costo di 0,01 euro da fisso e 0,012 euro al minuto da cellulare. Tali costi sono sostenuti anche per i tempi di attesa in coda che si generano a saturazione linee quando arrivano più chiamate contemporaneamente. Da un’analisi sulle telefonate dei tre servizi da gennaio ad agosto 2021 è emerso che circa l’80% dei costi si genera per l’attesa in coda ed il 20% per la durata della conversazione con gli operatori».
Dall’analisi che emerge dalla delibera della giunta regionale la stessa situazione si riscontra ante periodo Covid ovvero nel 2019, quando era attivo solo il servizio per prenotazioni Cup “Info di orientamento sui servizi sanitari ed altri servizio Nus”, per il quale rispetto al tempo di durata complessivo delle telefonate ricevute il 57% circa era per l’attesa in coda ed il 43% per la conversazione con gli operatori e il l’69% risultava da telefoni cellulari contro il 31% da telefono fisso.
«Dall’analisi dei costi telefonici-spiega la delibera- emerge conseguentemente che a fronte di una spesa complessiva nel periodo gennaio agosto 2021 di circa 810.000 euro l’incidenza dei costi per le telefonate pervenute da telefoni fissi è circa 17.000 euro e quella da telefoni cellulari è di circa 793.000 euro.

Quello che si propone è conseguentemente di lasciare aperti i numeri verdi solo ai telefoni fissi ed inserire un messaggio per chi telefona da cellulare che invita a chiamare il così detto numero nero che sta dietro al verde (es. 075 54029xx). Questo consente di stimare la riduzione dei costi in un valore pari al 90% dei consumi». E da ieri è scattata la rivoluzione, silenziosa, che fa arrabbiare.

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