Covid, perché l'Umbria rischia la zona gialla, ospedali in affanno, i numeri da brivido

Covid, perché l'Umbria rischia la zona gialla, ospedali in affanno, i numeri da brivido
di Fabio Nucci
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Martedì 4 Gennaio 2022, 08:00

PERUGIA Nonostante i due giorni di festa alle spalle, l’avanzata dei casi Covid resta sostenuta, alimentata dalla variante Omicron la cui presenza nella regione è stata riscontrata anche nelle acque reflue. Lo rivela il flash survey Iss con riferimento alla settimana 19-25 dicembre. Domenica 2 gennaio sono stati certificati intanto altri 1.134 contagi, con l’incidenza settimanale sopra i duemila casi per 100mila abitanti e il matematico Giovanni Sebastiani che da lunedì prossimo “candida” l’Umbria al giallo. Il virus cancella i voli dell’aeroporto di Perugia e ha bloccato alcuni turisti umbri a Dubai. Intanto, vanno a rilento le vaccinazioni pediatriche con le prenotazioni che per metà giornata ieri sono rimaste bloccate.
La variante Omicron imperversa in Umbria dove è stata isolata anche nelle acque reflue come risulta dal flash survey straordinario elaborato dall’Iss. “Nella settimana 19-25 dicembre la presenza della variante ha subito un notevole incremento nel territorio nazionale”, si legge nel report nel quale l’Umbria è inserita nel novero delle 12 regioni e due province autonome dove l’avanzata della mutazione sudafricana è stata maggiore. Tali risultanze saranno poi combinate con l’esito dei dati in arrivo dalla sorveglianza epidemiologica che daranno un quadro completo della diffusione di tale virus nella regione.
Territorio che nella mappa nazionale, secondo il matematico del Cnr, Giovanni Sebastiani, si appresta a cambiare colore. «Se i dati di domani (oggi, ndr) confermeranno il trend degli ultimi giorni, venerdì prossimo Toscana e Umbria saranno dichiarate gialle, mentre la Liguria scivolerà in arancione». Un quadro descritto dal docente dell’istituto per le applicazioni del calcolo “M. Picone” secondo il quale gli effetti della variante Omicron si devono ancora palesare sui ricoveri ospedalieri e sui decessi. Negli ultimi due giorni in Umbri sono stati segnalati 6 casi letali, nove nell’ultima settimana: gli ultimi due, domenica, a Magione e Narni. Il tasso di letalità, calcolato su base settimanale e considerando una latenza di circa 10 giorni, al momento si attesta allo 0,3%, ma bisognerà vedere che impatto determinerà l’ondata di 22mila casi registrati in 12 giorni determinerà anche sul versante letalità. Sul versante ricoveri, l’aumento è considerato fisiologico con l'espandersi della pandemia, come osserva l’infettivologa dell’ospedale di Perugia, Daniela Francisci. «I casi aumentano enormemente e tra questi una percentuale seppure bassa di soggetti ha condizioni cliniche tali da rendere necessaria l'ospedalizzazione». A proposito di ospedali, da ieri sera a Umbertide è stato riattivato il servizio notturno di pronto soccorso.
A livello territoriale, con altri 1.134 casi diagnosticati domenica a fronte di 8.816 tamponi (12,9%), l’incidenza settimanale regionale è salita sopra 2.000, oltre i 2.500 casi per 100mila abitanti in 12 comuni: tra questi, Marsciano, Bastia Umbra, Magione, Corciano e Torgiano. Tutte le città, tranne Poggiodomo, hanno almeno un caso al loro interno e 51 comuni su 91 ne contano più di 50.
Sul versante profilassi, da ieri le somministrazioni hanno ripreso il ritmo abituale con 4.660 dosi iniettate in metà giornata (altrettante domenica) ma si stanno assottigliando le scorte che oggi dovrebbero essere rimpinguate con preparati Moderna e Pfizer. A rilento le inoculazioni pediatriche con 4.522 dosi iniettate secondo il portale della struttura commissariale aggiornato alle 19,40 di ieri, pari al 9,1% della platea, contro il 9,4% nazionale. In più ieri per metà giornata il portale regionale è risultato ingolfato e alle 14:09, ad esempio, un utente ha segnalato la presenza di quasi 2mila utenti in coda telematica, in attesa di prenotare la prima dose pediatrica. L’Umbria resta invece in vantaggio rispetto alla media nazionale sul versante dosi booster e aggiuntive: con quasi 309mila somministrazioni, risulta coperto il 45% degli immunizzati con ciclo primario, contro il 43,4% nazionale.
 

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