Coletto: «Open day per stanare gli indecisi del vaccino. Solo così si salva la didattica a scuola»

Coletto: «Open day per stanare gli indecisi del vaccino. Solo così si salva la didattica a scuola»
di Fabio Nucci
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Giovedì 9 Settembre 2021, 09:06

PERUGIA Col virus che corre meno veloce, martedì dopo cinque giorni i nuovi positivi sono scesi a due cifre (77 casi), mettere in sicurezza il massimo della popolazione tramite la vaccinazione è una priorità. Lo ribadisce l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, ricordando la necessità di arrivare al prossimo inverno col massimo della copertura della popolazione vaccinabile. Compresi i quasi 50mila assistiti con più di 50 anni per i quali la Regione sta programmando degli open day ad hoc. L’immunizzazione intanto è arrivata al 74,3%, ma intanto anche l’Umbria già si muove in vista della somministrazione della terza dose che in cima alla lista pone soggetti vulnerabili e fragili.
Assessore Coletto, come si sta muovendo la Regione rispetto alla terza dose?
«Stiamo aspettando gli indirizzi da parte del governo, ma ormai è assodato e anche Pfizer sta facendo tutte le verifiche del caso. È anche arrivata una determinazione che conferma la necessità di questo secondo richiamo. L’Istituto superiore di sanità ci sta lavorando e noi come Regione ci stiamo attrezzando per affrontare tale situazione e farci trovare preparati per questa terza somministrazione».
A livello organizzativo cosa si prevede?
«Non dico che sarà più semplice ma sicuramente più agevole rispetto al passato, visto che gli assistiti sono già codificati, avendo ricevuto già le due dosi. Sappiamo chi sono e anche gli uffici saranno facilitati nel contattarli, nel programmare le somministrazioni indirizzando le persone vicino casa. Saremo noi a organizzare il tutto mentre prima era necessaria la prenotazione e il successivo inserimento in lista anche per difficoltà legate, ad esempio, alla privacy. I pazienti fragili e vulnerabili che non si potranno spostare li raggiungeremo a casa tramite i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, nel caso in cui il paziente fosse in età pediatrica. Sarà una questione logistica soprattutto, ma non possiamo farci trovare impreparati».
Come valuta la questione indecisi?
«Il risultato degli under 19 è migliorato molto rispetto al primo open day a inizio agosto per le vaccinazioni senza prenotazione dei ragazzi quando registrammo circa 300 somministrazioni, mentre l’ultima volta siamo arrivati intorno a 700. Non è tantissimo ma giorno dopo giorno la situazione sta migliorando (in un mese la copertura per la prima dose è passata dal 25 al 62%, ndr). Dobbiamo far fronte alla riapertura in presenza della scuola e se vogliamo evitare la didattica a distanza è fondamentale che i ragazzi si vaccinino. Quando lo scorso anno si iniziò a porre la questione della chiusura delle scuole, auspicai che anche gli studenti potessero vaccinarsi. Qualcuno mi diede del matto».
Il ministro Bianchi ha prospettato la possibilità di evitare le mascherine se in classe sono tutti vaccinati.
«Stiamo lavorando per la libertà delle persone, direttamente o indirettamente. Premesso che la vaccinazione è su base volontaria, il nostro compito è di agevolarla affinché sia anche consapevole e affinché la gente sappia che affrontandola va incontro alla libertà. Rispetto alle quarantene, poi, va precisato che il genitore costretto a casa perché il figlio è infetto, come chiarito dall’Inps, non potrà più usufruire della malattia. Non sto a giudicare se sia una spinta diretta o indiretta alla vaccinazione ma prendo atto che anche questa è una regola impostata a livello nazionale che come le altre vanno declinate sul territorio».
C’è poi la questione ospedalizzazioni, anche ieri due degenti ordinari in più mentre sei restano in rianimazione.
«A finire in terapia intensiva nell’80% dei casi sono i non vaccinati o persone che sono in attesa della seconda dose; ci sono anche persone anziane vaccinate con grave comorbidità. In tutti i casi si tratta di soggetti facilmente attaccabili dalla variante delta che rispetto al virus originale ha una contagiosità molto elevata: se prima Rt era pari a uno ora è molto più elevato e un solo infetto rischia di contagiare anche sette persone».
Plausibile un open day per gli indecisi entro settembre?
«Dobbiamo percorrere tutte le possibili strade per organizzarli anche rapidamente. In primis per la questione scuola, ma anche per l’avvicinarsi dell’inverno, per evitare che finiscano al pronto soccorso persone affette da Covid invece che da un semplice raffreddore».



 

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