Covid, mariti di avvocatesse spacciati per colleghi e finti titolari di pompe funebri per fare il vaccino: tutti denunciati

Covid, mariti di avvocatesse spacciati per colleghi e finti titolari di pompe funebri per fare il vaccino: tutti denunciati
3 Minuti di Lettura
Giovedì 15 Aprile 2021, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 10:23

PERUGIA La domenica maledetta del caos vaccini che fino a oggi è costata l’apertura di un procedimento disciplinari nei confronti della dirigente del distretto di Perugia, adesso batte altri quattro colpi. E scopre altri quattro presunti furbi nell’indagine dei carabinieri del Nas, il vizio di passare avanti per farsi somministrare la dose di vaccino.
Anche stavolta all’insegna del tengo famiglia. Se la prima volta fu una dipendente dell’Università a infilare il marito, imprenditore dentro alle liste l’iniezione anti Covid, stavolta ci sarebbero due avvocatesse ad aver portato al centro vaccinale il marito spacciatosi per collega. Un caso a Terni e uno a Perugia nei scoperti dai Nas che hanno incrociato liste degli aventi diritto e nomi di chi, quella domenica in cui la figuraccia dei vaccini raggiunse l’apice, ha ottenuto la prima dose. Scoprendo non solo i mariti delle avvocatesse, ma anche due persone (stavolta a Perugia) che si sono spacciate per titolari di agenzie di pompe funebri per ottenere il prezioso medicinale.
L’accusa con cui i quattro so indagati è quella prevista dall’articolo 495 del codice penale. Cioè la “falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri”. Colleghi avvocati davanti al team vaccinale, moglie e marito nella vita. Il trucco ha funzionato, ma per poco. Il 21 marzo la dose presa con soddisfazione e con un sorriso, poco più di venti giorno dopo i carabinieri del Nucleo tutela della salute che mettono la ceralacca sulla furbata. Semplice andare a braccetto e uscire dall’hub vaccinale dopo aver offerto il braccio. Più complesso, invece, il giro di chi si sarebbe presentato come titolare di agenzie di pompe funebri. Approfittando dei giorni neri di Astrazeneca, arrivando in sostituzione dei sostituti, hanno dribblato la lista d’attesa. Uno dei due sarebbe legato al mondo della ristorazione. Facile, anche troppo. L’impressione, visto i super controlli, è che non sia finita qui.
I militari del nucleo umbro, nell’ambito di due specifiche attività di indagine coordinate dalle procure della Repubblica di Perugia e di Terni, hanno denunciato le quattro persone per avere dato false indicazioni sulle proprie professioni al personale sanitario dei centri di somministrazione. Gli accertamenti da parte dei carabinieri del Nas di Perugia, comandati dal tenente colonnello Giuseppe Schienalunga, sono stati finalizzati a contrastare l’accesso abusivo alla somministrazione di vaccino anti Covid-19 a soggetti non aventi diritto. Domenica 21 marzo scorso, - spiegano gli investigatori, presso i centri di vaccinazione territoriale dei due capoluoghi di provincia, erano in programma le vaccinazioni di determinate categorie professionali aventi diritto, secondo il piano vaccinale regionale. Secondo i carabinieri del Nas dal riscontro sui nominativi è emerso che i quattro soggetti svolgevano «tutt’altra» attività rispetto a quella dichiarata, che «nulla aveva a che fare con quelle previste quel giorno». Le verifiche del Nas continuano su «numerosi altri soggetti al fine di rilevare eventuali ulteriori accessi abusivi alla somministrazione».
A proposito di vaccini, ieri il commissario per l’emergenza, Massimo D’Angelo ha spiegato che la Regione si muoverà secondo le disposizioni per eventuali sanitari no vax per cui sono in corso le verifiche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA