Vaccinazioni, giovedi superata quota 1.500 ma code di un'ora

Vaccinazioni, giovedi superata quota 1.500 ma code di un'ora
di Aurora Provantini
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Venerdì 21 Maggio 2021, 13:45 - Ultimo aggiornamento: 13:47

TERNI - «Ho sorretto mia mamma per un’ora e mezza». Tutto quel tempo in fila al punto vaccinale allestito presso la palestra dell’Istituto Casagrande: dalle 16,30 alle 18 di ieri,  giovedì 20 maggio, a 93 anni e con una invalidità del 100 per cento. Marcello Ganassetti, il figlio, spiega che Bruna, sua madre, non era la sola ultraottantenne rimasta fuori dal gazebo, in piedi, per oltre un’ora, in attesa di essere vaccinata. «Io, ammetto, sono arrivato con 15 minuti di anticipo, ma c'erano altri anziani assembrati». Bruna era riuscita a prenotarsi per fine aprile e con il primo appuntamento le era stata comunicata la data e l’ora in cui le sarebbe stato somministrato il richiamo: il 20 maggio alle ore 16,30. Buona parte delle persone vaccinate ieri erano grandi anziani. La campagna procede a ritmi sostenuti, passando da una media di 400 somministrazioni giornaliere alle 1.510 dosi di ieri. Si è ripreso a vaccinare il personale scolastico, quello dell’Arma dei Carabinieri e gli ultraottantenni per la seconda dose,  i sessantenni per la prima. Sono partite le preadesioni per la fascia di età 59-50 anni ed è iniziata la somministrazione dei vaccini ai soggetti di età compresa tra i 69 e i 60 anni.
Dopo lo scoglio dell’esercito dei cargiver, che ha rallentato le vaccinazioni ai più avanti negli anni, l’agenda di prenotazione della Regione presenta un’altra falla. Nonostante il generale Figliuolo abbia dato indicazione di aprire ai soggetti con più patologie, l’Umbria resta ancora una volta indietro. Le persone con comorbidità non vengono infatti intercettate dai radar della campagna vaccinale regionale. Anche se una settimana fa l’assessore alla sanità  Luca Coletto annunciava che, contestualmente alle prenotazioni per gli over 60, sarebbe stato possibile registrare i fragili della categoria 4. 
Interviene Giuseppe Fatati, già direttore della struttura complessa di diabetologia, dietologia, nutrizione clinica dell’ospedale di Terni, e presidente dell’Italian Obesity Network: «Posso solo dire che, indipendentemente dall’età, i soggetti che presentano poli patologie, beneficiari di vari codici di esenzione, sono più a rischio di altri. E’ molto importante vaccinarli, come previsto dal piano nazionale, ed è un peccato che l’Umbria non guardi alle problematiche di alcuni soggetti fragili. Si tratta di persone con invalidità importanti che, se contagiate, possono sviluppare una forma severa di Coviv-19. Anche la loro guarigione è più lunga e complicata, con un costo significativo che va a gravare sul sistema sanitario nazionale». 
Tra coloro che che si andavano a vaccinare, ieri, comparivano molti giovani: era l’esercito dei caregiver di soggetti beneficiari della 104, anche se residenti altrove (non conviventi). Difficile verificare se fossero reali o fittizi, almeno quanto è facile abusare del diritto alla salute di un altro. Se qualcuno riesce a vaccinarsi al posto di un'altra persona, i dati relativi alla campagna di immunizzazione non cambiano, ma significa che esiste un margine importante per abusare del diritto alla salute, che va assottigliato. Un po' come funziona per l’utilizzo dei permessi rilasciati per le persone con disabilità. Se nessuno controlla, si continuerà sempre a consentire a chi sta bene di girare con il permesso rilasciato per far spostare in auto un’altra persona.

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