A due anni dalla scossa più violenta della sequenza sismica registrata tra agosto e ottobre 2016, i cittadini di Norcia e delle frazioni vicine cercano di ricostruire una normalità abitativa e lavorativa. Sono e si sentono sospesi, tra una ricostruzione lenta e la burocrazia totalizzante, nell’incertezza del presente e di un futuro che non esiste per se stessi e per i propri figli, ma con la consapevolezza e la determinazione di non abbandonare il territorio in cui hanno sempre vissuto, che li ha accolti e che continuano ad amare. Intorno a loro i Monti Sibillini, con le antiche leggende e i miti, tra fate, Sibille, strade, il Lago di Pilato e il Monte Vettore, che solo un pastore ancora ricorda e racconta. Un lavoro scritto da Mariuccini insieme a un’altra perugina, Giulia D'Amato, che appare tra i produttori insieme a Gianluca Arcopinto e Palabras srl. Entrambi incontreranno il pubblico per un dibattito, al termine della proiezione del documentario.
Nel film, della durata di 20 minuti, diventa centrale l’elemento antropico, che si esprime nella narrazione dei miti e delle leggende che da sempre caratterizzano questi luoghi. La lotta contro l’abbandono si lega così alla paura, alle fate ma anche alle streghe, all’ambiguità del bello tra l’inferno e il paradiso, quindi linea guida per una ricostruzione immateriale del paesaggio visto come interazione culturale e fisica tra uomo e territorio. Tutto ciò è fortemente in contrasto con le scene, quelle del turismo “selvaggio” e della ricostruzione non controllata, quelle che descrivono lo sfruttamento del territorio. Nel primo cerchio è la prima opera da regista di Mattia Mariuccini. Questa sera prima della proiezione djset sulle scale del cinema a cura di Fab Mayday.
© RIPRODUZIONE RISERVATA