Gravidanza a termine, donne ostaggio della burocrazia

Gravidanza a termine, donne ostaggio della burocrazia
di Ilaria Bosi
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Giovedì 7 Ottobre 2021, 12:22

SPOLETO - Donne con gravidanza a termine ostaggio della burocrazia. Suona più o meno così la denuncia dell’associazione San Matteo, che evidenzia come le partorienti, dopo la chiusura del Punto Nascita di Spoleto, oltre a doversi recare a Foligno per il momento più bello, quello della nascita del proprio bebè, siano costrette a fare la spola quasi ogni giorno anche nel periodo immediatamente precedente al parto. Il motivo è semplice. Nell’ospedale di Spoleto, dove per ora è stata riattivata soltanto la chirurgia ginecologica in day e week surgery e sono tornate ad operare cinque ostetriche, non è ancora possibile fare i monitoraggi fetali e, cosa che potrebbe sembrare ancor più paradossale, neanche i tamponi anti-Covid, necessari per l’accesso in ospedale. Così, le donne di Spoleto con gravidanza a termine sono costrette a recarsi a Foligno sia per il monitoraggio, che avviene ogni due giorni, che per il tampone, che viene fatto puntualmente 24 ore prima. «In pratica – evidenziano dall’associazione – prima ancora del parto le donne devono recarsi tassativamente, praticamente ogni giorno, al San Giovanni Battista di Foligno». Una situazione che sembra al limite del paradosso, visto che almeno per l’esame anti Covid si potrebbe risparmiare la trasferta forzata di circa 70 chilometri al giorno. Una situazione che diventa ancor più assurda per le donne della Valnerina, che in queste settimane sono anche costrette a far fronte alla chiusura del tunnel di Forca di Cerro, dove sono in corso i lavori di risanamento della pavimentazione. «Fare ogni giorno tutti quei chilometri per qualcosa che potrebbe essere fatta agevolmente sotto casa, sembra assurdo – dicono dall’associazione San Matteo – ed è oggettivamente intollerabile».

Tra le donne interessate da quello che da più parti è stato definito come una sorta di calvario pre-parto, alcune avrebbero chiesto conto agli operatori di Foligno, cercando di capire perché non sia possibile, almeno per il tampone anti Covid, provvedere a Spoleto. «Da quanto abbiamo saputo – dicono dall’associazione – nessuno è stato in grado di fornire una risposta plausibile». Di fronte alle richieste delle gestanti, infatti, la risposta sarebbe sempre la stessa: «Disposizioni superiori». Insomma, non ci sarebbero questioni legate alla salute o alla sicurezza, alla base di questa disposizione, ma – più verosimilmente – questioni di ordine burocratico, per le quali sarebbe auspicabile un intervento. L’associazione San Matteo, secondo quanto si è appreso, ha segnalato la questione anche al Tribunale per i diritti del malato, che fa capo a Cittadinanzattiva. L’auspicio è che della questione venga subito interessata e sensibilizzata la Asl 2, per fare in modo che quello che in apparenza sembra soltanto un piccolo inghippo burocratico possa essere agevolmente superato, nell’interesse delle donne, che vivono anche un momento particolare e che farebbero volentieri a meno, a ridosso del giorno più bello della loro vita, di percorrere ogni giorno 70 chilometri per un servizio che potrebbe essere elargito agevolmente a due passi da casa.

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