SPOLETO- Acqua torbida dai rubinetti dell’ospedale, la situazione permane, ma a escludere rischi per utenza e personale è la Asl: «I parametri microbiologici – viene assicurato - sono nella norma in tutti i reparti». L’azienda sanitaria, sollecitata dal Messaggero dopo la denuncia pubblica del consigliere comunale Sergio Grifoni (Obiettivo Comune) e le segnalazioni dall’interno che ne sono seguite, ha anche ripercorso quanto accaduto in questi mesi, fissando punti importanti sia sui casi di legionella trattati a novembre che su alcuni interventi effettuati alla rete idrica nelle passate settimane. Eventi, chiariscono dalla Asl, che non hanno alcuna relazione tra loro.
LA LEGIONELLA
«La presenza del batterio – viene innanzitutto premesso – non è stata mai rilevata nelle periodiche analisi effettuate dai laboratori, né si sono registrati nei reparti casi di legionella». Tuttavia, ammettono dall’azienda sanitaria, «nello scorso mese di novembre sono stati trattati nell’ospedale di Spoleto due casi di contaminazione esterna, quindi non derivante da consumo di acqua all’interno del nosocomio». La Asl, quindi, non ha dubbi sulla genesi di quelle contaminazioni ed è verosimile che al riguardo ci siano stati o ci saranno – come avviene in questi casi - anche accertamenti da parte dei carabinieri del Nas.
I LAVORI
Del tutto slegati dai casi di contaminazione sono invece i lavori deliberati a gennaio dalla Asl che, nell’ambito dei piani di prevenzione dei rischi ospedalieri, ha effettuato una serie di «consistenti interventi, programmati, nella rete idrica del presidio ospedaliero».
LE ANALISI
A suffragare l’assenza di rischi per utenza e personale c’è l’esito delle analisi: «Terminati i lavori di efficientamento della rete idrica, igienizzazione dei boiler e sostituzione dell'impianto di depurazione – fa sapere la Asl 2 - sono stati effettuati i prelievi per i necessari controlli microbiologici in tutti i reparti e gli ambienti ospedalieri. Le analisi confermano parametri nella norma dal punto di vista chimico e batteriologico».