Spoleto, elezioni a rischio. De Augustinis: «Il commissariamento non ha giovato»

L'ex sindaco di Spoleto, Umberto De Augustinis
di Ilaria Bosi
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Giovedì 19 Agosto 2021, 16:53 - Ultimo aggiornamento: 23:28

SPOLETO - Meno due settimane al termine per la presentazione delle liste dei candidati, ma il Consiglio di Stato potrebbe far saltare tutto. Già, perché a mettere a rischio le elezioni comunali del 3 e 4 ottobre c’è il ricorso presentato dall’ex primo cittadino, che ha impugnato tutti gli atti che l’11 marzo scorso hanno portato al commissariamento. Il 26 agosto i giudici del Consiglio di Stato dovranno pronunciarsi sulle ipotesi di illegittimità sollevate da De Augustinis e non è quindi scontato che si torni al voto.

Umberto De Augustinis, cinque mesi dopo: dove eravamo rimasti?

Più o meno dove siamo ora.

Con qualche problema in più per la città.

Cosa intende dire?

Il percorso amministrativo è stato interrotto in una fase delicatissima per la città, che non ne ha certo giovato. In piena pandemia, con i servizi ospedalieri da riattivare, la partita della ricostruzione appena avviata: non credo sia stato il momento migliore per lasciare una comunità senza una guida. Pare che molti, adesso, se ne stiano rendendo conto.

La città è guidata da un commissario: non è proprio senza una guida, no?

Appunto, il commissario non può che limitarsi a svolgere il suo ruolo. Le funzioni sono diverse, non c’entrano impegno o buona volontà.

Se il Consiglio di Stato le desse ragione, sarebbe pronto a tornare in sella?

Sarebbe mio dovere proseguire l’impegno che ho assunto con la città tre anni fa. Ci sono tante cose avviate, di tempo se n’è perso anche troppo.

La mozione con cui è stato sfiduciato è stata promossa e sostenuta principalmente dalle forze politiche sue ex alleate. Pensa che in questi mesi sia cambiato qualcosa?

Quell’iniziativa non ha salvaguardato gli interessi della città, mi pare chiaro. Se qualcuno l’ha sostenuta in buona fede, magari sottovalutando le conseguenze, ora forse ha realizzato il pasticcio che è stato fatto.

Se venisse accolto il ricorso, lei non tornerebbe automaticamente in carica, ma avrebbe 20 giorni di tempo per confermare o ritirare le sue dimissioni, giusto?

È così.

Le sembra sufficiente per rimettere in piedi un’amministrazione?

Necessario per avviare un dialogo serio e costruttivo con tutte le migliori forze ed energie della città, nell’esclusivo interesse di Spoleto. Quello che non si è avuto il tempo di fare quando si è proceduto a votare la sfiducia nonostante avessi rassegnato le dimissioni.

Quando la sua esperienza amministrativa si è interrotta, lei era ai ferri corti con la presidente della Regione, Donatella Tesei. Pensa sia possibile ricucire quello strappo?

C’è tutta la disponibilità al confronto e al dialogo, con lealtà e franchezza: è un dovere che abbiamo verso la città.

La riconfigurazione dell’ospedale in struttura Covid non le è proprio andata giù, vero?

La città non può subire scelte che maturano altrove senza neanche esserne messa a conoscenza. Mi pare che questo sia un principio che ho ribadito chiaramente più volte.

Le risulta che l’ospedale sia tornato come prima?

Non prendiamoci in giro. L’ospedale, ma soprattutto la comunità, ha subito un danno enorme da quella scelta. Dagli errori si può ripartire.

C’è qualche forza politica che le ha strizzato l’occhio in questi mesi?

Non mi pare che i partiti si siano trovati pronti e con le idee chiare di fronte a un eventuale ritorno alle urne. Diciamo che si avverte un certo interesse e attesa per la decisione del Consiglio di Stato.

Pensa che un suo ritorno toglierebbe le castagne dal fuoco a chi non ha ancora trovato una quadra?

Questo lo ha detto lei. 

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