Spesa di Pasqua a rilento, i rincari frenano gli acquisti. Dal burro alla farina, gli aumenti pesano anche sul fai-da-te

Spesa di Pasqua a rilento, i rincari frenano gli acquisti. Dal burro alla farina, gli aumenti pesano anche sul fai-da-te
di Fabio Nucci
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Mercoledì 13 Aprile 2022, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 09:41

 Dopo due anni di Covid, quella che avrebbe dovuto essere la Pasqua della ripresa, rischia di diventare una festa in sordina, tra scelte ristrette e rinunce. E di fronte ai rincari di certi prodotti, dalla farina allo zucchero, dal burro al pesce, anche le tradizioni vacillano. Restano tuttavia il gusto e il piacere del fai-da-te che sostengono le vendite di alcune materie prime. Quanto ai prodotti tradizionali, il Codacons evidenzia prezzi stabili delle uova di Pasqua, ad esempio, ma per una quantità inferiore di cioccolato nella confezione.
La spesa pasquale è partita in sordina per i consumatori umbri, condizionati dalla coda dell’epidemia, frastornati dalle tensioni internazionali e frenati dai rincari. Un mix che sta determinando un calo generalizzato di acquisti. «C’è una stagnazione – osserva Samuele Tognaccioli, presidente regionale della Fida, la Federazione degli alimentaristi – e per la spesa si vedono più cestini che carrelli. C’è timore e anche l’acquisto di una colomba a 4,99 euro diventa un problema: avvertiamo una riduzione generalizzata». Sulla stessa linea Lucio Tabarrini, presidente regionale di Federcarni. «Non sembra di essere a ridosso della Pasqua, ma tre settimane prima: c’è incertezza, poca programmazione e paura di comprare. I prezzi sono aumentati e la combinazione con la situazione Covid e la guerra in Ucraina fa sì che si respiri un’atmosfera strana: è soprattutto questo clima che sta frenando gli acquisti, non c’è gioia».
Resiste a tratti la voglia di cucinare ma i prezzi stanno allontanando i consumatori anche da alcune tradizioni. «Nell’immaginario il pesce costa molto – aggiunge Tognaccioli – e si compra meno, tanto che molte famiglie rinunciano anche al “pranzo di vigilia” (quello del venerdì santo senza carne, ndr)». Per il resto, il fai-da-te fa i conti con vari rincari che toccano anche parmigiano reggiano e altre materie prime. «Il gusto di cucinare è rimasto e magari non si rinuncia a preparare la ciaramicola o la torta al formaggio – aggiunge Tognaccioli – e questo grazie all’aspetto esperienziale che resiste, pur se si tende a ridurre le quantità. Tengono invece le vendite di vino di qualità». Spesso, a seconda della zona, si cambiano abitudini, come si riscontra a Perugia. «Se a San Marco si vendono più strutto e lievito di birra – spiega Tabarrini, titolare di due negozi in città - a San Sisto si vendono più torte al formaggio le cui vendite per ora sono notevolmente ridotte rispetto allo scorso anno. In generale, non vediamo una corsa all’acquisto, solo per la carne possiamo dire che il livello è lo stesso dello scorso anno se non in crescita, ma questo ritengo sia un trend particolare dei nostri punti vendita». Il riferimento è a una clientela fidelizzata, abituata a scegliere meno quantità, ma più qualità.
Poco traino anche dai prodotti tradizionali nonostante la grande varietà di prezzi e offerte proposte nei supermercati. «Accanto a colombe i cui prezzi oscillano tra 8 e 13 euro a confezione – spiega Carla Falcinelli, presidente del Codacons Umbria – ce ne sono anche di più economiche, spesso di marche commerciali.

Ma ciò che ci ha colpito in questi giorni è trovare le uova di Pasqua a prezzi che tutto sommato non si discostano molto da quelli dello scorso anno, ma a fronte di un prezzo medio che oscilla tra 9 e 11 euro a confezione per i prodotti più economici, abbiamo notato una minore quantità di cioccolato. Una tecnica commerciale molto diffusa che come associazione abbiamo segnalato, anche per indurre i consumatori a leggere bene l’etichetta». Quanto alla torta al formaggio, i prezzi oscillano tra i 14 e i 18 euro al chilo, a seconda della ricetta e della fattura. Chi si diletta nel fai-da-te, invece, si scontra con vari aumenti: farina +10%, burro +17,4%, olio di semi +23,3%, zucchero +5,6%, uova +4,5%. A causa dei rincari, per le famiglie della regione, solo per i prodotti alimentari tipici della Pasqua, il Codacons stima una spesa aggiuntiva di circa 1,5 milioni di euro. Pesano anche gli aumenti subiti da pasta, pane, zucchero, frutta e verdura: per l’ortofrutta in particolare l’associazione stima un rincaro record medio di quasi il 18%.

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