Redditi bassi e imprese energivore, così l'inflazione colpisce di più in Umbria

L'interno di un'azienda tessile
di Fabio Nucci
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Sabato 15 Aprile 2023, 08:00

PERUGIA Sottostimata per alcune categorie, più severa per la maggior parte degli umbri. L’inflazione in Umbria colpisce più che altrove, considerando il livello medio dei redditi percepiti e l’origine, nella maggior parte dei casi da pensione o lavoro dipendente. Il tema è stato affrontato nell’incontro “Come contrastare l’inflazione”, organizzato da Rai Umbria. Un confronto tra esperti cui ha preso parte anche la governatrice Donatella Tesei che ha garantito interventi anche a livello regionale. «In Umbria l’inflazione incide in modo considerevole», ha detto.
Gli interventi, coordinati da Claudia Mazzola, direttrice Ufficio studi della Rai, sono stati introdotti dal direttore della sede Rai dell'Umbria, Giovanni Parapini. «Con “Ripartiamo dai territori”, attraverso i palinsesti Rai, intendiamo promuovere le eccellenze della regione e favorire un dialogo tra istituzioni, imprese, associazioni, terzo settore e opinione pubblica». Nel suo contributo, la presidente Tesei si è detta preoccupata per gli effetti del caro vita in Umbria che per composizione sociale e demografica appare più vulnerabile. «Abbiamo una percentuale elevata di persone anziane e questo incide in molti aspetti e settori della società – ha detto – caratterizzata da un’elevata percentuale di stipendi fissi: su questo substrato gli effetti inflattivi incidono in modo determinante. È una criticità che arriva da lontano che non possiamo gestire a livello locale, ma qualcosa si può fare». Sul tavolo lo sdoppiamento che l’indice dei prezzi sta assumendo in questi primi mesi del 2023, con la riduzione dei costi energetici che ha portato a un lieve contenimento del tasso d’inflazione che a marzo in Italia è stata stimata al 7,7%. L’Umbria negli ultimi mesi si è sempre attestata sopra al dato nazionale ed è quindi ipotizzabile un tasso di poco superiore all’8%, dal 9,9% di febbraio. «L'inflazione non colpisce tutti gli operatori economici allo stesso modo - ha chiarito Marcello Signorelli, ordinario di Economia aziendale all’UniPg - quindi non esiste una ricetta economica in grado di soddisfare le esigenze di tutti». Signorelli ha parlato di “inflazione da costi”, con l’aumento generalizzato dei prezzi imputabile cioè ai prezzi di determinati prodotti, fenomeno che le banche centrali stanno cercando di affrontare agendo sulle aspettative di inflazione. «Il dato ufficiale è sovrastimato in quanto la qualità dei prodotti, che evolvono, non è considerata – ha aggiunto - mentre l’inflazione è sottostimata per alcune tipologie di famiglie, a redditi bassi in particolare, e per alcune imprese, specie le energivore». Tra le conseguenze più sentite, specie nella regione, la riduzione del valore reale del risparmio i cui tassi di rendimento reali sono da oltre un anno in terreno negativo. «Le politiche di contrasto sono difficili da definire sia a livello monetario che di bilancio – ha osservato Signorelli - ma anche a livello regionale si può intervenire: l’importante è che si vada a una migliore valutazione dell’impatto delle politiche». Tra gli aspetti critici, anche aumento dell’incertezza ed effetti penalizzanti per i creditori. «Ma gli effetti si notano anche nel pubblico – ha rilevato Tesei - visto l'impatto sugli investimenti che stiamo portando avanti con tenacia».
All’incontro ha preso parte anche don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, che ha confermato le difficoltà delle famiglie anche nell’affrontare la spesa quotidiana, visto l’incremento di accesso alle strutture Caritas.

Michele Andreaus, economista dell’Università di Trento, ha parlato di condizioni mature per un adeguamento dei salari. «Le quotazioni dell’energia stanno diminuendo e i prezzi dei beni di consumo pure, quindi in questo gap che rimane possono crearsi spazi per adeguare i salari». Quasi filosofico l’intervento di Nicola Piepoli, fondatore dell’omonimo istituto di ricerca milanese. «L'inflazione agisce a nostro sfavore ingigantendosi, perché la natura degli uomini è invidiosa: è nostro compito sfruttarla a nostro favore, trasformando il tema in positivo, attraverso tecniche che producono ricchezza per tutti».

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