NUOVI DIFENSORI
In vista del processo d’appello fissato per mercoledì, i familiari di Emanuele hanno incaricato un nuovo pool difensivo. Si tratta degli avvocati Francesco Falcinelli e Diego Ruggeri, che proprio nei faldoni delle consulenze di primo grado avrebbero riscontrato qualche incongruenza. Una cosa è certa: la parte civile è pronta a ribadire che “Emanuele non è morto per un gioco”. Quando Salvatori ha sferrato il pugno mortale al ragazzo non c’era alcuna lite in corso: partendo da questo dato di fatto, su cui le parti convergono, le tesi di difesa e accusa viaggiano su binari paralleli. E quello del “gioco” è stato un tema controverso che, al di là delle verità processuali, la famiglia e gli amici di Emanuele hanno sempre respinto con forza.
LO SCRIGNO DEI RICORDI
Intanto, proprio in occasione di quello che sarebbe stato il 35esimo compleanno, la mamma sta mettendo insieme le centinaia e centinaia di messaggi ricevuti da quel maledetto 29 luglio di due anni fa ad oggi. Ricordi, frammenti, testimonianze giunte da ogni parte del mondo. Parole che tratteggiano un ragazzo mai violento e certamente generoso. Un altruismo, quello dei Tiberi, dimostrato anche nei momenti concitati che hanno seguito quella morte assurda, quando di fronte a tante incertezze non hanno esitato neanche un attimo a dare il consenso per l’espianto degli organi, dando così speranza ad altre persone.
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