«Con la chiusura estiva delle scuole i genitori umbri devono affrontare il problema di dove lasciare i figli e quanto spendere - continua il presidente dell'Associazione a tutela dei consumatori - le soluzioni sono molteplici, dai centri estivi privati (costo medio 155 euro /settimana per figlio fino a un massimo di 250 euro) o comunali (35-40 euro /settimana), dalle baby-sitter (50 euro/settimana). Ad oggi queste soluzioni sono scelte da circa il 40% delle famiglie umbre, di cui il 40% sceglie il campo estivo privato, il 25% opta per la baby-sitter, il 20% per i centri estivi del Comune di residenza e il 15% lascia i figli in oratorio. Ma nel 60% dei casi i genitori, complice la crisi, lasciano i propri figli dai nonni o dai parenti o, dove possibile, li porta a lavoro con sé».
Un problema sempre più sentito dalle famiglie «e lo Stato non sta facendo molto in questo senso, al contrario di alcune società e aziende che, in un’ottica di responsabilità sociale, vengono incontro alle esigenze delle famiglie dei propri dipendenti».
Ferie per pochi. Sempre secondo i dati Adoc, quest'anno una famiglia su tre potrà permettersi le ferie. Si sono anche ridotti i giorni di vacanza, il 70% delle famiglie che va in vacanza sta fuori al massimo una settimana, solo il 10% sta fuori più di due settimane. «Ad ogni modo, chi parte deve essere consapevole che una vacanza di una settimana con il proprio figlio costa in media 1700 euro. Se il figlio va in vacanza da solo, una settimana costa in media 400 euro in Italia, all’estero, magari seguendo un corso di lingue, la spesa sale a 700 euro a settimana. Quest’ultima soluzione è scelta da solo il 5% delle famiglie Umbre, negli ultimi 10 anni ha subito un crollo del 40%».
© RIPRODUZIONE RISERVATA