«Turismo e abbigliamento, alert criminalità»

Il colonnello Cardone, comandante provinciale della Guardia di Finanza
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Giovedì 24 Giugno 2021, 18:00

Evasione fiscale e pandemia, infiltrazioni criminali e reati fallimentari, sprechi nella spesa pubblica e traffico di droga. Diciotto mesi «a tutto campo a difesa di famiglie e imprese in difficoltà» per i finanzieri del comando provinciale, diretti dal colonnello Danilo Massimo Cardone, e i numeri sono lì a dimostrarlo: oltre 26 mila controlli per assicurare il rispetto delle misure di contenimento del Covid, oltre 1.500 interventi ispettivi e oltre 840 indagini per contrastare le infiltrazioni della criminalità economica e organizzata nel tessuto economico e sociale.
Colonnello, da dove cominciamo?
«Col dire che il 2020 è stato un anno molto particolare e per ragioni di cautela abbiamo ritenuto di dover allentare attività fisiologiche di contrasto all’evasione fiscale».
Non si direbbe, vista la scoperta di 60 evasori totali e la denuncia di altre 140 persone per reati fiscali...
«La lotta all’evasione fiscale non finisce mai, ma in questo anno e mezzo inevitabilmente certe attività “sul campo” sono state rallentate. Nel periodo di piena pandemia ma non solo ci siamo orientati sui controlli su strada per vigilare che venissero rispettate le misure anti-Covid e sulla tutela della spesa pubblica per verificare che le risorse già erogate e quelle erogate per effetto del Piano nazionale di spesa e resilienza siano correttamente spese».
Collegato alla crisi da coronavirus, c’è il tema delle infiltrazioni criminali. Qual è la fotografia della situazione?
«La crisi ha reso il territorio di Perugia e provincia, come altri, esposto e permeabile a forme di ingresso di capitali illeciti. Stiamo svolgendo già dall’emergenza una forte attività di controlli del pericolo di infiltrazioni criminali, in coordinamento con procure e prefettura, che si muove lungo due direttrici: quella di un’intensa attività di analisi dei dati, attraverso le nostre banche dati, e quella di unaforte presenza di controllo economico sul territorio. Le banche dati forniscono dati formali: il signor “x” ha aperto un’attività di ristorazione, ma non ci dicono se sia il prestanome o il reale titolare. Soltanto il controllo del territorio ci restituisce il dato reale».
In quali settori la criminalità è più permeante?
«Ovvio che uno dei settori maggiormente in sofferenza è tutto il comparto legato al turismo, quindi strutture ricettive e ristorazione. Ma anche il commercio al dettaglio di abbigliamento sta mostrando una forte flessione in termini di chiusure e mancate riaperture, cessazione di attività. Ha registrato nella provincia la più forte battuta d’arresto. Situazioni che possono diventare molto allettanti per chi deve immettere capitali illeciti nell’economia legale».
In quali aree stanno suonando più alert?
«Soprattutto in quelle legate al turismo, anche religioso».
Quindi, per fare qualche esempio: Trasimeno, l’Assisano e poi?
«Anche l’area di Perugia va seguita con attenzione. Sono molto importanti le segnalazioni che arrivano dal territorio e che vanno a incrociarsi con l’attività di analisi che svolgiamo a livello provinciale e centrale, con l’intelligence a livello centrale che ci segnala movimenti sospetti. La soglia di attenzione è altissima, e l’azione preventiva in questo momento è anche più importante di quella repressiva. Si cerca di intercettare per tempo eventuali situazioni pericolose».
Grande attenzione, alla lettura dei dati di un anno di attività, è rivolta anche agli sprechi di denaro pubblico e alla situazione degli appalti
«Ci sono situazioni che hanno ià destato un certo interesse, situazioni che devono essere sviluppate, l’importante è continuare su questa strada. Il grosso delle risorse deve ancora arrivare. Per questo decisivo sarà impiantare un sistema di controlli che funzioni. Sugli appalti pubblici siamo pronti da tempo, con una cabina di regia interforze che sta affrontando già da anni le questioni relative alla ricostruzione. Vorrei tornare su un punto».
Quale?
«La lotta all’evasione: gli evasori del 2020 sono quelli pre pandemia, il vero effetto lo vedremo probabilmente il prossimo anno e non mi stupirei se i numeri fossero maggiori.

E non parlo tanto di scontrini quanto delle forme più pericolose: quelle dell’evasione totale».

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