Estetiste in rivolta: «Noi discriminate, così si favoriscono gli abusivi»

Estetiste in rivolta: «Noi discriminate, così si favoriscono gli abusivi»
di Ilaria Bosi
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Martedì 9 Febbraio 2021, 15:12 - Ultimo aggiornamento: 15:37

Le estetiste? Garantiscono la cura e il benessere della persona rispettando le regole, ma il loro ruolo viene «danneggiato e mortificato» dalle limitazioni imposte dai vari dpcm. Non esita a parlare di vera e propria discriminazione nei confronti della categoria, il segretario di Confartigianato Imprese Perugia Stelvio Gauzzi, che rivolge un appello al governo. In questa fase di grande difficoltà, del resto, sembra difficile trovare differenze tra la necessità di fare il colore o sistemare il taglio dei capelli e quella di avere cura del proprio corpo e della propria pelle. Già, perché se - con l'istituzione della zona rossa - andare dal parrucchiere è consentito, chi ha necessità di manicure o trattamenti vari (spesso finalizzati a migliorare la salute della pelle) deve rassegnarsi. O, come è ampiamente accaduto durante il lockdown di marzo, affidarsi agli abusivi, che oltre a essere tali non sono nelle condizioni di garantire il rispetto delle norme igieniche come solo i Centri ufficiali possono fare. Confartigianato parla di «ingiustificata discriminazione, che danneggia e mortifica le nostre imprese. Oltre a colpire economicamente – evidenzia Gauzzi - mette a rischio la salute dei nostri clienti, bersagliati dalle offerte degli abusivi che, in quanto tali, non subiscono alcuna restrizione.

Riteniamo ingiusto il trattamento riservato ad una categoria che ha sempre applicato le regole con la massima diligenza ed ha rispettato, in questo periodo di emergenza sanitaria, tutte le misure previste per offrire ai propri clienti le migliori garanzie di sicurezza». Confartigianato ritiene che nell’ambito delle attività di servizi alla persona, così come è stata ritenuta essenziale l’attività di acconciatura, dovrebbe essere considerata quella di cura del corpo. Nessuna risposta alle richieste di chiarimenti su questa scelta che, se non supportata da adeguate motivazioni, appare assurda. Sollecitata maggiore chiarezza anche in merito ad altre limitazioni che riguardano, in generale, tutte le attività del benessere. Gli operatori chiedono infatti di essere messi nelle condizioni di poter ricevere i clienti – con i quali si stabilisce un rapporto di fiducia – anche se l’attività è ospitata in un centro commerciale sottoposto a limitazioni o se è necessario superare il confine comunale. «Anche su questi aspetti – denuncia Gauzzi – non c’è stata molta chiarezza e la confusione ingenerata da queste misure ha danneggiato anche gli acconciatori».

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