L'Umbria disubbidisce alla Lega:
i sindaci che sfidano il Governo

L'Umbria disubbidisce alla Lega: i sindaci che sfidano il Governo
di Italo Carmignani
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Martedì 16 Ottobre 2018, 19:07
PERUGIA - Senza chiedere il permesso alla Lega, il sindaco di Perugia Romizi ha deciso di sfidare il Governo gialloverde per avere ragione dei finanziamenti negati per salvare Fontivegge dal dominio degli spacciatori. E senza avere il benestare della Lega, il sindaco di Spoleto De Augustinis ha istituito il registro delle coppie civili aprendo, di fatto, alle nozze gay. Marciando contro l’annuncio dell’arrivo delle ruspe dal Nord, il sindaco di Umbertide Carizia ha recuperato con grande diplomazia la costruzione della moschea chiamandola semplicemente centro di preghiera evitando alla comunità musulmana di sparpagliarsi in luoghi nascosti e clandestini per professare la loro religione. E chissà cosa dirà la Lega di Ruggiano sindaco di Todi che ha permesso nel parco del suo Comune la festa delle Famiglie Arcobaleno. E cosa rischia il salviniano sindaco di Terni Latini impegnato ad ammorbidire l’ordinanza antiaccattonaggio?

Elencando, viene in mente che sono tutti sindaci dicentrodestra, qualcuno (Umbertide) pure leghista, che hanno sfidato i voti di quanti sono stati fascinati dalle sboronate della recente campagna elettorale con cui sono stati eletti. Sarebbe ingeneroso sostenere che i sindaci di centrosinistra non abbiano lasciato gli stessi segni, ma è irrimediabilmente vero che hanno perso per un eccesso di autocompiacimento e per non avere più ascoltato quanto chiedeva la gente tutta, non solo coloro che comunque li avrebbero votati. La novità è che ora il front-office dell’amministrazione pubblica è incarnato sempre più nei sindaci e sempre meno nei grandi enti come la Regione e le Province, percepite ormai come navicelle spaziali solo in orbita attorno alle istanze delle persone. E non più al loro interno. Per questo motivo regge solo Foligno con un sindaco dicentrosinistra, Mismetti, svicolato dalle logiche (e regia) regionali del suo partito e pure dal suo stesso ruolo di presidente della Provincia: lui a Foligno l’ordinanza antiaccattonaggio l’ha inasprita ritenendo quello della sicurezza, al di là delle ideologie, ilproblema più grave per i suoi cittadini. Chi da sinistra si candida ora sfidare (o prenderne il posto) dei sindaci in carica e annuncia da mesi più critiche che proposte forse dovrebbe tenere conto di un assunto elementare: la differenza (non solo in Umbria) tra centrosinistra e centrodestra si declina ormai tra il fare e l’avere pensato di avere fatto. Fino a sconfinare, com’è accaduto una legislatura fa a Perugia, nell’averlo solo pensato.  
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