Spoleto, la rabbia dei ristoratori arriva fino a Montecitorio

Spoleto, la rabbia dei ristoratori arriva fino a Montecitorio
di Antonella Manni
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Martedì 23 Febbraio 2021, 11:54 - Ultimo aggiornamento: 11:58

Arriva fino a Roma la protesta dei ristoratori spoletini per la chiusura forzata, causa Covid 19, e a fronte della difficile situazione che stanno vivendo da un anno a questa parte. Un nutrito manipolo, con in testa Alberto Massarini del ristorante “Il Pentagramma”, Filippo Proietti della “Osteria del Matto” e la famiglia Zeppadoro dei ristoranti “Casaline” e “Sabatini”, ha deciso di partecipare alla manifestazione indetta dall'associazione Tni, Tutela Nazionale Imprese Italia, da poco costituitasi proprio per dare voce all'emergenza economica che si è venuta a creare per questa categoria a seguito dell'emergenza sanitaria e delle misure prese dagli ultimi Governi. All'appuntamento, quindi, ieri pomeriggio in Piazza Montecitorio si sono ritrovati in tanti e da diverse parti d'Italia: “Hanno partecipato più di quattromila persone”, ha affermato a caldo Alberto Massarini, immerso nel clima concitato della protesta. Tra la folla, in cui sono apparsi anche alcuni esponenti di diverse formazioni parlamentari, spiccavano i cartelli del gruppo spoletino con espliciti riferimenti alla città del Festival. Con quei manifesti tra le mani, i ristoratori locali hanno attraversato le vie della Capitale, dalla Stazione Termini a Piazza di Spagna. “Siamo cotti!!”, oppure: “Ristoranti in catene”. Così si leggeva nei loro messaggi. Ma anche, semplicemente: “Tni Spoleto”, come a ribadire l'essenzialità di una contestazione che è di una città ma che può estendersi a tante altre costrette a tenere chiusi i ristoranti, più che mai quando localizzati in zona rossa.

I contenuti della protesta, del resto, sono stati ribaditi dai rappresentanti nazionali dell'associazione Tni che  al Governo Draghi chiede il “pagamento immediato bonus filiera” e dei ristori, di “modificare il sistema dei colori” con la possibilità di tenere aperti i ristoranti a pranzo e cena in zona gialla, aperti a pranzo in zona arancione ma con “adeguati indennizzi a fondo perduto” così come nel caso di chiusura a pranzo e cena in zona rossa. Inoltre, si chiedono l'annullamento delle tasse per gli anni 2020 e 2021, la sospensione dei mutui, strumenti normativi straordinari per la negoziazione dei contratti di locazione, moratoria della Legge “Bersani” e la “Robin Hood Tax”. “E' una protesta giusta – commenta da Spoleto il rappresentante locale di Confcommercio, Tommaso Barbanera -, tutto ciò che può sollecitare delle soluzioni  ben venga”. D'altro canto, è di qualche giorno fa l'avvio di un confronto tra Confcommercio locale e il presidente del Consiglio comunale, Sandro Cretoni, al quale è stato chiesto di riaprire una discussione anche sulla possibilità di allestire strutture esterne ai ristoranti per poterne ampliare la capienza interna che, a causa delle misure anti Covid, si presume sarà ancora a lungo ridotta al cinquanta per cento. L'incontro dovrebbe tenersi in queste ore: sul tavolo i temi della tassazione locale, in particolare la tassa sui rifiuti Tari, l’Imu e, appunto, la possibilità di utilizzare per tutto l'anno i dehor.

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