Spoleto, oggi la verità del Tar sull'ospedale

Spoleto, oggi la verità del Tar sull'ospedale
di Ilaria Bosi
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Martedì 11 Maggio 2021, 11:22

SPOLETO - Degenti, anche di terapia intensiva, trasferiti all’improvviso a Terni e Foligno, utilizzando ambulanze «e, a quanto sembra, anche veicoli privati». È forse questo il retroscena più clamoroso, contenuto in un passaggio del ricorso al Tar, di quanto accaduto la mattina del 23 ottobre scorso, all’indomani dell’ordinanza con cui la Presidente della Regione Donatella Tesei ha sancito la riconfigurazione del San Matteo degli Infermi in struttura Covid. L’ordinanza della Presidente è stata impugnata dall’allora sindaco Umberto De Augustinis, che nel ricorso la cui discussione è programmata per oggi (martedì 11), bolla come illegittimi anche gli ordini di servizio con cui, a due ore di distanza uno dall’altro, l’allora direttore sanitario della Asl Umbria 2 Camillo Giammartino ha prima disposto «la chiusura del pronto soccorso per tutte le patologie no Covid» (ore 19.47), istituendo poco dopo «un punto di primo intervento» (ore 21.43), considerato comunque insufficiente a garantire la gestione dell’emergenza per un territorio vasto come quello del comprensorio spoletino. Proprio nei rilievi relativi ai provvedimenti della Asl, gli avvocati Salvatore Taverna e Sandro Amorosino riportano quanto sarebbe accaduto la mattina del 23 ottobre: «Ancor più grave – è scritto nel ricorso – è il comportamento amministrativo degli operatori sanitari nell’esecuzione delle disposizioni direttoriali: sta di fatto che, a partire dalle 7 del 23 ottobre, i degenti non Covid, anche quelli in terapia intensiva, vengono trasferiti negli ospedali di Terni e Foligno, distanti circa 30 chilometri da Spoleto, utilizzando ambulanze e, a quanto sembra, anche veicoli privati».

Con il ricorso – va ricordato – si chiede l’annullamento dell’ordinanza 67 del 22 ottobre 2020, a firma della Presidente della Regione e dei due suindicati ordini di servizio della Asl. L’ordinanza, inizialmente valida fino al 31 gennaio, è stata in un primo momento prorogata fino al 30 aprile e, alla vigilia della seconda scadenza, prorogata ancora di qualche settimana, fino al 21 maggio. E se c’è chi è convinto che questa seconda proroga a breve termine possa far saltare la discussione fissata per oggi, con il ricorso si contesta principalmente la «violazione del principio di leale collaborazione tra enti». Il sindaco De Augustinis, infatti, ha sempre sostenuto di non essere stato minimamente avvisato dalla Regione della decisione di riconfigurare il San Matteo in struttura dedicata al Covid. O meglio: l’ente era pronto, secondo quanto si diceva all’epoca, a dedicare alcuni posti letto all’emergenza, senza tuttavia dover sacrificare l’intero percorso no covid, con i reparti trasferiti negli altri ospedali. E se, sul punto, la Regione sostiene di aver annunciato informalmente al sindaco la decisione, nel ricorso è scritto nero su bianco che la notizia è stata appresa dai giornali. Rilevati anche «l’eccesso di potere per contraddittorietà, carenza di istruttoria e di motivazione rispetto ai precedenti atti di programmazione paritaria della Regione». Alla Asl, invece, viene addirittura contestato di aver violato l’ordinanza regionale, senza che vi fosse la competenza per farlo.  

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