Spoleto, Covid Hospital da rivedere: le possibili soluzioni per riprendere le attività ospedaliere

Spoleto, Covid Hospital da rivedere: le possibili soluzioni per riprendere le attività ospedaliere
di Ilaria Bosi
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Venerdì 16 Aprile 2021, 16:17

SPOLETO - Chiudono una terapia intensiva e una Medicina, ma l’ospedale (per ora) resta totalmente covid. Se da inizio aprile, infatti, complice il calo dei ricoveri, è stata chiusa la terapia intensiva 1 e in queste ultime ore anche la Medicina 2, una migliore distribuzione degli spazi potrebbe forse già da ora garantire una ripresa delle attività ospedaliere no covid. Secondo i dati forniti ieri dalla Regione, del resto, al San Matteo sono attualmente ricoverate 38 persone, di cui 6 in terapia intensiva (la 2, che si trova nel blocco di medicina, ala vecchia dell’ospedale). Nell’ala nuova, invece, dove per ora è stata chiusa la prima terapia intensiva, restano attive le due Rsa covid, i cui posti letto non sono tuttavia conteggiati tra i ricoverati, trattandosi di un servizio territoriale e non ospedaliero. Mano a mano che i ricoveri scendono, quindi, ottimizzare gli spazi costituendo all’interno del San Matteo un blocco covid e un altro pulito, potrebbe consentire la graduale riattivazione delle attività, a partire dalla chirurgia ortopedica. «Per ora – secondo quanto si apprende da fonti ospedaliere – non è in programma una ripresa immediata dell’attività no-covid, perché tutto dipende dall’andamento dei contagi. La curva è fortunatamente in discesa, e magari fra una, due settimane, si potrà pensare a una riorganizzazione. Ipotizzarlo ora, però, è prematuro». Sta di fatto che le persone attualmente assistite in ospedale potrebbero essere riunite – attraverso qualche aggiustamento logistico - in un’unica ala (quella vecchia?), consentendo così di liberare tutto il blocco operatorio, che è attualmente occupato soltanto dagli utenti delle Rsa. Quella di ospitare due Rsa all’interno dell’ospedale covid, del resto, è un’anomalia che riguarda soltanto il San Matteo. Ma visto che prima della riconfigurazione, la Rsa territoriale era ospitata proprio a piano terra dell’ospedale (in uno spazio circoscritto, con appena 15 posti letto), quando si è trattato di riconvertire la struttura, si è deciso di concentrare a Spoleto anche tutti gli anziani positivi delle Rsa della regione, creando addirittura fino a 40 posti letto extraospedalieri, distribuiti però nei due piani precedentemente a disposizione della struttura complessa di Chirurgia. Una situazione che forse andrebbe ridiscussa e rivista e che due giorni fa, a grandi linee, è stata anche sottoposta all’attenzione del commissario prefettizio Tiziana Tombesi, che ha per la prima volta incontrato una delegazione dello Spoleto City Forum. «Un’occasione utile – riferisce in sostanza il portavoce Sergio Grifoni – a far conoscere la realtà multi associativa, ponendo l’accento sull’impegno portato avanti in difesa dell’ospedale». Alla dottoressa, cui sono state illustrate nel dettaglio tutte le criticità e le aspettative, è stato quindi chiesto di farsi portavoce delle istanze della città con la presidente della Regione Donatella Tesei.

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