L’ultimo schiaffo a Valentina, per anni in prima linea nelle battaglie sindacali della ex Novelli, è arrivato meno di tre mesi dopo la sua prematura scomparsa. Le curatele aziendali, infatti, non hanno corrisposto agli eredi il trattamento di fine rapporto e ora quell’importo, finito nel calderone del concordato preventivo, non potrà essere pagato. I colleghi della donna (la mamma, poco più che quarantenne, lavorava nel sito di Spoleto) non hanno dubbi: «Il Tfr non è stato corrisposto volutamente, una manovra inaccettabile. Ci si aspettava un minimo di umanità da parte della proprietà».
Sul filo della beffa viaggia anche l’immediato futuro degli altri lavatori della ex Novelli, che tra le sorprese più amare troveranno sotto l’albero una piccolissima fetta di Tredicesima. È quanto emerso dopo il confronto che le rappresentanze sindacali, ieri ricevute in Regione dall’assessore Michele Fioroni, hanno avuto con i consulenti delle curatele di Fattorie Novelli e Alimentitaliani. La situazione è pesante e ai rappresentanti dei lavoratori sono subito state prospettate tre tegole: «La prima – riferiscono i delegati di Rsa, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – è che le tredicesime dei dipendenti saranno pagate nel massimo di un 1/12. Poi, ancora, che non si procederà ad effettuare le rimonte (vale a dire la sostituzione delle ovaiole, necessaria per la continuità produttiva dell’impresa). Infine, che i contratti a tempo determinato saranno rinnovati senza una garanzia minima di giornate». Questioni che la dicono lunga sull’effettiva intenzione della continuità aziendale, come evidenziano i sindacati: «L’azienda avrebbe potuto pagare le tredicesime – osservano – prima dell’ingresso nel concordato, avvenuto negli ultimissimi giorni. Prendiamo atto dell’ennesimo sfregio ai dipendenti, unici a pagare la forte situazione di dissesto aziendale».