«C'è un elicottero della finanza sopra Ponte San Giovanni»: maxi operazione antidroga, stroncato clan. La base è un circolo culturale

Il blitz antidroga dall'elicottero della guardia di finanza
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Martedì 14 Settembre 2021, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 11:19

PERUGIA - «C'è un elicottero della finanza che gira sopra Ponte San Giovanni»: dalle prime ore di martedì mattina il tam tam è partito nel quartiere perugino e anche sui social, perché quell'elicottero «vola molto basso» e accompagna dall'alto l'azione di alcune pattuglie delle fiamme gialle. Insomma, è evidente come qualcosa stia succedendo. Ed è qualcosa di molto importante: la sezione antidroga del Nucleo di polizia economico finanziaria, sotto la direzione del colonnello Antonella Casazza e il coordinamento del tenente colonnello Michelangelo Tolino, ha stroncato un clan dello spaccio che da tempo agiva tra Ponte San Giovanni e Umbertide, utilizzando la E45 per il traffico e di droga e i luoghi intorno alla superstrada come nascondiglio e un circolo culturale come base.

«I finanzieri, su delega di questa procura, dalle prime luci dell’alba, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Perugia, nei confronti di 13 persone, di cui 8 destinatarie di custodia cautelare in carcere, 2 della misura degli arresti domiciliari e 3 dell’obbligo di dimora, unitamente ad un decreto di sequestro preventivo di autoveicoli e disponibilità finanziarie - fa sapere il procuratore capo, Raffaele Cantone -.

Le indagini, avviate lo scorso anno e portate a termine dalla Sezione G.O.A. del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Perugia, sotto la puntuale e costante direzione della locale Direzione Distrettuale Antimafia ed Antiterrorismo, sono state condotte mediante le più avanzate tecniche di intercettazione telefonica, ambientale, telematica nonché mediante l’impiego di sistemi di localizzazione satellitare e di videoripresa, che hanno permesso di delineare l’esistenza di una compagine associativa, composta da cittadini di origine nordafricana (marocchini e tunisini), albanese, nigeriana e da un italiano, dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti – hashish, cocaina ed eroina – con base logistica ed operativa in un circolo privato, costituito in associazione culturale, ubicato nel popoloso quartiere di Ponte San Giovanni ed utilizzato quale “copertura” per i traffici illeciti. Personaggio centrale del sodalizio criminale è risultato un cittadino di nazionalità marocchina, dimorante ad Umbertide, già emerso nell’ambito di pregresse indagini per traffici di droga ed attualmente affidato in prova ai servizi sociali, il quale attraverso un connazionale, residente a Torino, si approvvigionava di notevoli quantità di hashish che, tenute occultate in aree di campagna ed impervie zone boschive, venivano, di volta in volta, immesse sulle principali piazze di spaccio di Perugia e della provincia, attraverso una ben consolidata rete di pusher».

Nel corso dell’attività investigativa, sono stati effettuati numerosi interventi operativi, con l’arresto, in flagranza del reato di detenzione di stupefacenti, di 5 persone ed il sequestro di ingenti quantitativi di droga e denaro contante. Inoltre, sono stati documentati almeno 70 episodi di cessione al dettaglio con la relativa segnalazione degli acquirenti all’autorità prefettizia. «Sulla scorta delle risultanze investigative, condividendo le ipotesi accusatorie formulate dal pubblico ministero - fa sapere ancora la procura - il Giudice per le indagini preliminari ha disposto le misure cautelari avendo rilevato che “l’accertata esistenza di una ben articolata rete associativa criminale rende di palmare evidenza, sotto il profilo delle modalità e circostanze di fatto, la sussistenza del pericolo concreto che gli indagati, ove liberi, possano reiterare condotte criminose analoghe (…) La quotidianità delle interrelazioni tra gli indagati, la sistematicità e l’abitualità nel trattare gli affari illeciti aventi ad oggetto la movimentazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti costituiscono circostanze sintomatiche di una peculiare ed incessante proclività a delinquere e di una particolare dedizione allo spaccio intesa come attività dalla quale trarre la propria fonte di sostentamento, unica o prevalente, cosicché è difficilmente ipotizzabile che l’attività dell’associazione investigata sial allo stato cessata”».

«L’operazione - conclude Cantone - si inserisce nel più ampio contesto che mira a mettere in campo ogni possibile sforzo operativo da parte della Guardia di Finanza del capoluogo umbro, in perfetta sinergia con l’Autorità Giudiziaria, per la tutela della legalità, attraverso il presidio del territorio, il contrasto al crimine organizzato e l’aggressione dei proventi e dei patrimoni illecitamente accumulati».

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