La macchina dell’accoglienza si è messa in moto ma questa volta non ha il volto dei “tradizionali canali” di solidarietà, bensì quello della famiglia della porta accanto. Sono diversi i cittadini ternani che autonomamente si stanno attivando per l’accoglienza degli ucraini in fuga dalla guerra. Come quelli che la notte scorsa hanno accolto in casa una famiglia: madre, padre e due figli di 17 e 10 anni che sono arrivati a Terni per ricongiungersi con la mamma di lei che da anni vive e lavora in città. «Sappiamo di questa famiglia ma solo perché ci hanno contattato per capire come doversi comportare a livello burocratico – racconta padre Stefano Tondelli, direttore della Caritas diocesana – sappiamo di altri che stanno arrivando e andranno in altre case. Anche qui qualche privato ci ha chiesto un aiuto per recuperare vestiario e/o aiutarlo eventualmente con le bollette. La Caritas c’è ed è sempre pronta a dare un sostegno anche ai privati che accolgono gli sfollati».
I ternani stanno dimostrando una grande capacità di solidarietà così come la comunità ucraina che si è insediata nel territorio che sta “sfoderando” una grande organizzazione. «Molte ucraine sono a Terni, da diversi anni, hanno assistito anziani e famiglie, si sono fatte benvolere e alcune trovato un compagno qui – spiega padre Stefano Tondelli – chi ha la possibilità, ospita i propri familiari in fuga direttamente nella propria casa, chi non ce l’ha, grazie alla rete che si è creata intorno a loro, può chiedere e trovare ospitalità altrove tramite un passaparola che, al momento, sta funzionando.