Tutti pazzi per il "mostin d'oro" di Roberto: il mosto cotto made in Terni è pronto a girare il mondo

Roberto Giulivi in laboratorio
di Federica Mosca
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Martedì 20 Dicembre 2022, 22:14

Terni- Mostin d’oro è il nome scelto da Roberto Giulivi per il concentrato per dolci che continua a produrre ormai da anni secondo la ricetta di famiglia.
Roberto, 51 anni, ha un grande vivaio davanti al cimitero di Terni, ma sono tanti i clienti che, soprattutto nel periodo natalizio, si rivolgono a lui per il mosto cotto, di cui è l’unico produttore in Umbria. Si tratta di uno degli ingredienti principali del pampepato, ma può essere utilizzato anche per mostaccioli, maritozzi, crostate, per preparare e condire primi e secondi piatti, per accompagnare i formaggi e per guarnire gelati, insalate e piadine.
Il suo prodotto ha ottenuto di recente la registrazione con il marchio europeo. E ora l’imprenditore ternano deve fare i conti anche con la burocrazia e le norme che regolano il settore. Non è facile districarsi in questa materia, tanto che si è dovuto rivolgere all’avvocato Giuseppe Caforio per una consulenza legale. “Ho scelto il nome di mostin d’oro – racconta Roberto – in omaggio a Colle dell’Oro, dov’è nata questa tradizione. Ricordo ancora quando mio padre passava dai contadini di quella zona con il carretto per raccogliere l’uva da spremere e io lo accompagnavo sempre. Poi andavamo insieme al mercato in piazza e per le pasticcerie a vendere il mosto. La preparazione era un rito. Osservavo mio padre accendere il fuoco su cui poneva il tino di rame con il succo d’uva da scaldare. E ancora oggi la ricetta non è cambiata. L’uva macinata viene fatta bollire per quattordici ore e si lascia freddare per un giorno intero. Sto sveglio tutta la notte per seguire le fasi della lavorazione. Per me è una vera e propria passione. Poi il mosto cotto viene conservato nelle cisterne come minimo per un mese e successivamente viene travasato nelle bottiglie pronto per essere venduto. Gli unici ingredienti sono il succo d’uva e lo zucchero, senza fermentazione alcolica, conservanti o coloranti. Come si dice oggi, è un prodotto biologico a chilometro zero”.
Ma Roberto punta sempre più in alto e pur rispettando la tradizione di famiglia vuole inserirsi in un mercato più ampio, anche oltre i confini nazionali. Ha già ricevuto richieste dall’estero, addirittura dagli Stati Uniti e spera che tramite internet riesca a farsi conoscere da tutti. Un modo per portare il nome di Terni nel mondo. “Gran parte delle richieste di acquisto ci arrivano in questo periodo dell’anno, ma sono del parere che il mosto cotto non sia un prodotto stagionale e confinato alla preparazione dei dolci natalizi. Basti pensare – afferma- che può essere usato anche per fare i cocktail”.
Intanto i suoi prodotti sono in vendita, oltre che presso il suo laboratorio accanto al vivaio in strada Madonna del Monumento, nei maggiori supermercati in Umbria e addirittura in qualcuno nel Lazio.

Oggi produce circa 10mila bottiglie l’anno.

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