Tutte le forze politiche si schierano con i lavoratori di Sangemini e Amerino

Tutte le forze politiche si schierano con i lavoratori di Sangemini e Amerino
di Aurora Provantini
3 Minuti di Lettura
Domenica 19 Aprile 2020, 18:57

Tutte le forze politiche si schierano con i lavoratori degli stabilimenti di Sangemini e Amerino. La preoccupazione per il futuro di ottanta famiglie del territorio, aumenta con il passare dei giorni, perché solo a luglio si saprà se il Tribunale di Milano omologherà il concordato in continuità che il gruppo Ami ha promesso di presentare (entro 120 giorni dall’inizio della procedura concorsuale aperta). «Sto seguendo con non poca preoccupazione la vicenda dei siti umbri del gruppo Acque Minerali d'Italia» - dichiara Raffaele Nevi, deputato di Forza Italia. «Le notizie che arrivano parlano di una situazione molto tesa – dice Nevi - tra lavoratori e azienda. Il nostro territorio, come purtroppo molti altri nel resto del Paese, è provato dal punto di vista economico dal lockdown per arginare la diffusione del Covid19, quindi non può permettersi ulteriori criticità. Come Forza Italia auspichiamo che il Governo nazionale torni a convocare l'azienda al Mise, magari tramite conference call, affinché chiarisca le reali intenzioni per la salvaguardia occupazione dei siti stessi. Non si può perdere altro tempo».
Anche il senatore di Italia Viva Leonardo Grimani manifesta la propria preoccupazione.
«Non c’è dubbio che tutto il sistema produttivo italiano – afferma  Grimani - risenta  delle conseguenze negative legate all’emergenza  Covid-19, ma è altrettanto vero che la vertenza Sangemini non possa essere celata dietro all’emergenza  e allontanata facendo leva sugli  strumenti che il Governo ha messo in campo con il Decreto Cura Italia».
«Non è accettabile  - replica - che la proprietà rinunci a trattare i problemi dello stabilimento Sangemini come singola unità produttiva e si rifugi dietro l’intenzione di affrontare la vertenza globalmente come gruppo Ami. Il peso del marchio Sangemini unitamente al valore aggiunto che può determinare sul mercato, merita un’attenzione particolare».
Grimani chiede che le Istituzioni facciano la loro parte, tutte secondo proprie competenze.
«Abbiamo assistito prima a proclami di convocazione della commissione attività produttive della Camera  - ricorda il senatore - che non solo non ha alcuna competenza ma non potrebbe che effettuare soltanto audizioni che in questo momento non avrebbero alcun valore e non aiuterebbero a dare celerità alla risoluzione della vertenza. Poi c’è stato l’impegno del Mise di procedere ad una convocazione del tavolo ma tale procedura si è interrotta per l’emergenza sanitaria in corso».
«Ritengo che i piani di azione siano due: il primo è quello regionale, perché c’è un accordo sottoscritto nel 2018 che va rispettato” . A riguardo Grimani chiede l’istituzione di un tavolo territoriale.   «Il secondo piano di azione è quello della convocazione di tutti i soggetti presso i Mise per un confronto immediato, perché non c’è più tempo da perdere».
Si fanno sentire anche i gruppi di opposizione del Comune di San Gemini, che si domandano «perché la presidente della Regione Tesei, ancora non sia intervenuta». «La proprietà non sta rispettando i patti sottoscritti nel 2018 e solo la Regione, titolare delle concessioni delle acque minerali, è nelle condizioni di utiliz­zare gli strumenti ammin­istrativi giusti per individuare sol­uzioni che garantiscano la continuità produttiva e occupazionale degli stabilimenti di Sangemini e Amerino». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA