Perugia, truffa dei labrador: allevatore sotto accusa

Un labrador in una foto d'archivio
di Enzo Beretta
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Mercoledì 10 Maggio 2023, 09:06
Un allevatore di cani di 55 anni è accusato dalla Procura di Perugia dei reati di falso e truffa: viene ritenuto responsabile di aver modificato la data di morte di cinque animali tra fattrici e stalloni per giustificare l’iscrizione di cucciolate di cani di razza nati - però - in periodi successivi ai loro decessi. Nelle carte del pubblico ministero Mario Formisano si contano tredici cuccioli di labrador nati nel 2020 dalle fattrici Penny ed Helen, morte rispettivamente nel 2018 e nel 2019, e di altri sei cuccioli venduti dal titolare dell’allevamento come figli di Orlando nell’estate 2020. Peccato che lo stallone, però, fosse già morto un paio d’anni prima. Il pm racconta pure di un labrador retriever venduto come il figlio di una fattrice presa in prestito dalla Guardia di finanza: alla padrona, che pagò 900 euro in contanti, era stato assicurato che «il cane era munito di certificazione genealogica». Ma, secondo l’accusa, non era così.
L’imputato, originario di Cortona, proprietario di un allevamento di Perugia, richiedeva attraverso un’email agli operatori del Servizio veterinario anagrafe canina Asl Umbria di «modificare le date di decesso» di cinque cani «a suo dire in precedenza trasmesse erroneamente». Secondo il pm «le modifiche, rivelatesi non veritiere, venivano prevalentemente attuate al fine di giustificare l’iscrizione di cucciolate di cani di razza labrador, nati successivamente alle date dei decessi precedentemente indicati dall’indagato». Un’altra ragione, sempre secondo l’accusa, sarebbe stata quella di «indicare nei contratti di cessione redatti dall’allevamento il cane Orlando quale stallone di numerosi cuccioli venduti, nati successivamente alla data di decesso dell’animale». Tra questi, nel decreto di citazione a giudizio, vengono elencati quattro maschi e due femmine, con mantello nero, giallo o cioccolato. L’uomo, difeso dall’avvocato Saschia Soli, come detto deve difendersi anche dall’ipotesi di truffa: «Ha affermato di disporre di una cucciolata di cani di razza labrador con pedigree, la cui madre era stata presa in prestito dalla Guardia di Finanza», mandando in porto la vendita di una cucciola piazzata a 900 euro. All’acquirente, persona offesa del reato, era stato assicurato che «il cane era munito di certificazione genealogica». «Nessuna richiesta - conclude il pm - era stata però inoltrata all’Enci per l’iscrizione e il rilascio pedigree del labrador retriever». La questione approderà in aula il 17 maggio nel corso dell'udienza predibattimentale in programma davanti al giudice Carla Maria Giangamboni.
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