Treofan nella bufera, è scontro
tra gli operai sulla cassa integrazione

Treofan nella bufera, è scontro tra gli operai sulla cassa integrazione
di Lorenzo Pulcioni
3 Minuti di Lettura
Sabato 10 Aprile 2021, 08:59

TERNI Il Ministero del Lavoro ha approvato l’istanza di cassa integrazione dei lavoratori Treofan. L’esame congiunto ha avuto esito positivo e la pratica passa adesso alla VI commissione ministeriale a cui spetta l’ultima analisi tecnica del decreto. Venti giorni di tempo per valutare possibilità e condizioni. In caso di via libera, altri 45-60 giorni prima che i lavoratori possano finalmente ricevere la cassa integrazione. Chiuso questo capitolo, si aprirà quello della reindustrializzazione del sito. Non sono mancati momenti di tensione tra i sindacati e la direzione del ministero. Tensione rispetto ai punti dell’accordo siglato il 25 febbraio che secondo la Cgil andavano modificati alla luce dell’indagine della Guardia di Finanza per indebita percezione della cassa integrazione da Covid-19 nel periodo luglio-ottobre 2020 e la contestazione del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato nei confronti di due manager di Treofan Germany e del rappresentante legale della società nel periodo in esame. 
Accordo siglato dai sindacati quando l’azienda non era indagata dalla magistratura, mentre adesso il filone pare che si stia allargando addirittura al 2018 quando cioè la Treofan è stata acquisita dalla Jindal. Tensione e qualche parola grossa è volata tra la direzione del ministero e i rappresentanti sindacali, accusati di voler strumentalizzare le indagini in corso per non firmare l’accordo sulla cassa integrazione. C’è però una parte minoritaria dei lavoratori, circa il 30%, che rileva questa stranezza. La concessione cioè della cassa integrazione da parte del Ministero nei confronti di un’azienda che è sotto indagine per aver creato artatamente le condizioni per avere accesso alla cassa Covid. Allo stesso modo, secondo questa minoranza dei lavoratori, l’azienda avrebbe creato le condizioni per la procedura di messa in liquidazione. La stessa azienda che ha chiuso lo stabilimento di Battipaglia e acquisito dalla precedente proprietà lo stabilimento di Terni ad un prezzo simbolico di 500.000 euro. Nonostante le presunte irregolarità su cui la magistratura sta indagando, l’azienda sarebbe stata ‘premiata’ con il riconoscimento della cassa integrazione. 
In caso di diniego da parte del Ministero, sarebbe stata invece la stessa azienda a farsi carico degli stipendi dei lavoratori. Da sottoscrivere l’accordo per garantire il reddito ai lavoratori in attesa che la VI commissione ministeriale dia il suo benestare. Appuntamento alla prossima settimana per capire le possibilità di un anticipo del Tfr e altre modalità che vadano bene a tutti i lavoratori, affinchè nessuno resti senza soldi per due mesi. Intanto il ministro allo sviluppo economico Giorgetti ha firmato le deleghe ai viceministri e alla sottosegretaria. 
La delega per le crisi aziendali resta alla viceministra del M5S Alessandra Todde.

Mentre alla umbra Anna Ascani del PD, che sembrava in pole proprio per le crisi aziendali, sono andate le deleghe a telecomunicazioni, digitale, banda ultralarga e sistema cooperativo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA