Fcu, la Corte dei Conti indaga sui Minuetto. Treni da 18 milioni fermi da anni

I treni MInuetto in disuso alla stazione di Umbertide
di Luca Benedetti Walter Rondoni
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Lunedì 22 Febbraio 2021, 10:15

PERUGIA - Del treno dei sogni restano la polvere sopra le carrozze griffate Giugiaro e lo scintillio del taglio del nastro, con l’immancabile porchetta e tappeto rosso. Adesso, il Minuetto Pinturicchio, fiore all’occhiello della flotta dei treni della Ferrovia Centrale Umbra, torna sul primo binario. Ce lo mette un’indagine della Corte dei Conti, procura regionale dell’Umbria. Si muove con poche carte, ma chiare, il sostituto procuratore generale, Enrico Amante che a inizio anno ha chiesto alla Regione di fare chiarezza su tutto quello che riguarda quei treni. Dal costo di acquisto a quello della manutenzione. Nella risposta si sommeranno milioni di euro e la calcolatrice dei giudici contabili sono pronte a sottolineare in rosso l’eventuale danno erariale. Tra l’altro viene chiesto di chiarire di chi è la proprietà di quei treni, finiti in un binario morto appena dopo il rodaggio.
LA GENESI
Avrebbero dovuto essere le ammiraglie della sgangherata flotta Fcu. Bellissimi nel design di Giorgetto Giugiaro, lunghi 52 metri, 146 posti a sedere, comodissimi e climatizzati (non un dettaglio per i pendolari costretti a viaggiare in carrozze a 50 gradi), velocità massima 160 chilometri orari. Decisamente troppi per una ferrovia-metropolitana con tante stazioni. Il contratto d’acquisto di quattro Minuetto fu stipulato nel 2006. Costo unitario, 4,6 milioni di euro. Qualcosa meglio di 18 milioni in totale. Chissà perché non venne previsto un minimo di dotazione in ricambi. Così una macchina è stata “cannibalizzata” per ricavarne pezzi con cui riparare le altre. Oggi, sommando i vandalismi e l’usura del tempo di cui sono state vittime, si stima una spesa di quattro o cinque milioni per rimetterli in circolazione. Ma questo è un altro discorso. Il primo viaggio su Minuetto iniziò all’alba del 3 luglio 2008. Una corsa-spot per festeggiare in pompa magna il ritorno all’elettrico dopo 25 anni a gasolio. «Rielettrificare l’intero percorso della Centrale Umbra (eccetto la diramazione Ponte San Giovanni-Perugia Sant’Anna - ndr) non è stata un’opera semplice, occorrono prove di sicurezza e funzionalità», spiegava Vannio Brozzi, amministratore unico del “trenino”, com’era chiamata Fcu. Ma, dalla metà di quel luglio, concluso l’approccio sperimentale sulla Foligno-Terontola, i “Minuetto” fecero solo sporadiche apparizioni da Sansepolcro a Terni con puntate su Roma, via Direttissima. 
L’INCIDENTE SEGRETO
Si arrivò così al 2015, anno in cui il progetto tramontò, affossato da un deragliamento, tenuto sempre segreto, a Cesi. Lì il carrello del Minuetto si manifestò inadatto su rotaie dove cominciavano ad affiorare problemi per la manutenzione non eseguita. Gli stessi che alcuni mesi più tardi costrinsero Mauro Fagioli, il direttore dell’esercizio, a chiudere l’intera ferrovia. Intanto quell’incidente, senza danni alle persone, aveva provocato l’accantonamento del “supertreno”. Spiegazione ufficiale: stava iniziando l’ammodernamento della tratta Ponte San Giovanni-Perugia Sant’Anna. Ma nessuno eccepì che su quei binari il Minuetto non avrebbe mai potuto andare per la mancanza di linea elettrica e per la pendenza eccessiva della massicciata, seconda in Italia alla Trento-Malè. Da quel momento i quattro “gemelli” sono parcheggiati a Umbertide, in balia dei writers e per qualche tempo rifugio notturno di sbandati. Attendono di conoscere chi sia il proprietario. 
DI CHI SONO
In question time a Palazzo Cesaroni l’assessore ai trasporti, Enrico Melasecche, ha cercato di dipanare la matassa. «Le risorse per l’acquisto erano in dotazione alla Fcu e la Regione procedeva con atti di autorizzazione allo svincolo per procedere ai pagamenti».

Dal 2007 «Fcu srl ha riversato le risorse rimaste nella propria disponibilità alla Tesoreria regionale e da quel momento la Regione ha provveduto al trasferimento a Fcu ogni volta che c’era qualcosa da pagare». Nel 2009 «la Giunta ha approvato il rinnovo del contratto di programma Regione-Fcu relativo agli investimenti all’interno dei quali per i Minuetto era previsto l’impegno di Fcu a cederli a zero alla Regione» come «riportato nel contratto di programma 2011 a seguito del subentro di Umbria Tpl e Mobilità». Ad oggi, però, «non risulta effettuato alcun trasferimento dei “Minuetto” al patrimonio regionale». Insomma, «al momento non sono proprietà né della Regione né di Umbria Tpl e Mobilità». Figli di nessuno, non solo perché abbandonati.

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