Da Terni sul tetto del mondo. Matteo Tonelli campione mondiale di canottaggio: «Lo sport mi aiuta a studiare»

La squadra di canottaggio campione del mondo Under23
di Daniele Sorvillo
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Domenica 31 Luglio 2022, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 23:02

Passione viva, allenamento costante, studio critico: questa la ricetta che ha portato Matteo Tonelli, giovane atleta ternano classe 2000 (22 anni da compiere a dicembre), a vincere i mondali di canottaggio Under 23, in corso a Schiranna di Varese. Un successo straordinario, che porta con sé non solo una prestigiosa medaglia d’oro, ma anche il nuovo record del mondo in questa categoria, condiviso con gli altri giovanissimi componenti dell’equipaggio, tutti nati tra il 2003 e il 2004: Luca Borgonovo, Nicolò Demiliani e Krystian Adrian Maron. «Essere il più “vecchio” del gruppo, con più esperienza di gare internazionali (Tonelli ha già tre mondiali sulle sue giovani spalle e un europeo, ndr), è stata un’esperienza nuova per me - racconta Matteo, occhi chiari e viso onesto – e mi ha caricato di responsabilità. Devo però ringraziare i miei compagni che, seppur alla prima esperienza mondiale, hanno dimostrato grande maturità».

Nelle acque lombarde il team italiano ha vinto nettamente, conquistando il primo posto sul podio, davanti a Germania e Francia: «La gara è stata dura – continua Tonelli – ma l’abbiamo condotta e controllata fin dall’inizio. Abbiamo lavorato con grande intensità: un anno di preparazione individuale, poi il raduno premondiale a luglio; infine l’ultima settimana di test, con tempi incoraggianti: la gara, si sa, è un’altra storia, ma è stato preparato tutto con grande impegno e cura». Un atleta particolare, il ternano Matteo Tonelli, cresciuto tra le acque di Piediluco e i libri, oggi a Torino come studente della facoltà di Scienze politiche: da quando ha iniziato la sua avventura sportiva, conciliare allenamenti e studio è stato fondamentale: «Ho iniziato a fare canottaggio del 2013, per caso, e devo ringraziare mio padre: avevo bisogno di fare uno sport per dimagrire, perché ero un ragazzino “cicciottello”: se mi guardo oggi, mi rendo conto che davvero nulla è impossibile, se ci si crede veramente».

Da allora è iniziata la vita d’atleta di Matteo: primo allenamento quotidiano dalle 5 alle 7 di mattina, poi scuola, nuovo allenamento dalle 15 alle 19, infine studio serale: «Devo dire che non è stato facile essere uno studente atleta: all’inizio del liceo molti professori non hanno compreso il mio impegno ed è stato molto deludente. Poi, cambiando scuola, ho trovato insegnanti più sensibili e sono riuscito a conciliare tutto. Devo sicuramente molto a mia madre, che mi ha sempre sostenuto, credendo in me in ogni momento. Lo sport mi ha aiutato molto: mi ha dato motivazione, disciplina e metodo, preziosi in entrambi i campi».

Oggi Tonelli vive a Torino ed è un atleta del Cus del capoluogo piemontese, ma non dimentica i fondamentali anni trascorsi presso il Centro federale di Piediluco: «Sono molto grato al mio allenatore, Mauro Tontodonati, che mi guida a Torino, ma decisivo per la mia formazione è stato Fabio Poletti. Quello che mi dispiace è che, nonostante le vittorie, il Centro di Piediluco non sia valorizzato come sarebbe giusto: trovo questo molto triste e desolante».

Adesso, da campione del mondo, con record  sul petto, il futuro di Matteo Tonelli è tutto da scrivere: «Il mio obiettivo è quello di entrare nel gruppo olimpico. Naturalmente so che non sarà facile: dovrò misurarmi con atleti professionisti, che fanno dello sport il loro impegno esclusivo. Io invece voglio continuare a studiare: la laurea è un obiettivo fondamentale. Nel mio futuro mi vedo comunque come un formatore: mi piacerebbe fare il professore. Ma vorrei anche regalare ai giovani atleti la mia esperienza, magari proprio a Piediluco: in quel luogo sono cresciuto come dentro una famiglia e sento che è giusto restituire ai ragazzi che arriveranno quanto di buono mi è stato insegnato.

Credo nell’etica del lavoro: come professore o allenatore, sarà sempre questo il mio primo insegnamento».

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