Todi, minorenne denuncia: «Violentata alla Caritas». L'ex fidanzato manda le foto sui social

Il tribunale penale di Perugia
di Enzo Beretta
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Venerdì 14 Ottobre 2022, 07:20

Aperta e subito rinviata al 26 gennaio l’udienza preliminare nella quale un gambiano di 26 anni viene accusato di aver violentato una minorenne «all’interno della sua stanza nella Caritas di Todi»: «Le saltava addosso e la sdraiava con forza sul letto costringendola a un rapporto sessuale». Subito rinviata a gennaio perché il coimputato, un romano di 47 anni, ex fidanzato della persona offesa, accusato di pornografia minorile, attraverso il suo avvocato Emma Contarini ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato. I fatti oggetto della discussione risalgono all’autunno 2019 ma sono stati denunciati alcuni mesi più tardi dalla 17enne che ha raccontato ai carabinieri di aver avuto cinque rapporti sessuali con il giovane gambiano, «tutti consumati alla Caritas di Todi dove lui aveva una stanza». Poi aggiunge: «Solamente in un’occasione quell’uomo ha filmato col cellulare il nostro rapporto girando alcuni video». A proposito della presunta violenza sessuale spiega: «Mi è saltato letteralmente addosso sdraiandomi con forza sul suo letto e mi ha costretto ad avere un rapporto con lui.

Cercavo di sfuggire e di allontanarlo ma lui ha insistito talmente tanto che io ho ceduto». Per quanto riguarda invece il romano la vittima ha raccontato di averlo conosciuto su Snapchat: «Quando facevamo sesso giravamo dei video con la telecamera del suo cellulare, li abbiamo filmati almeno 8 volte su 10». È finita con lei che quando interrompe la relazione si sente rispondere dall’uomo - è scritto in denuncia - che avrebbe mostrato quei video hot alla madre. Stando a quanto si legge il romano ha anche inviato «una foto di me nuda» al gambiano (difeso dall’avvocato Andrea Borghini del Foro di Firenze). Sintetizza il pm: «Producevano materiale pedopornografico. In maniera autonoma e in momenti diversi i due avevano rapporti sessuali completi con la diciassettenne, che avevano filmato con i propri telefoni cellulari e che si erano successivamente scambiati attraverso Whatsapp»

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