Todi, corsa a ostacoli per le donazioni di sangue: «Un anno di attesa per l'elettrocardiogramma». La denuncia dell'Avis

Todi, corsa a ostacoli per le donazioni di sangue: «Un anno di attesa per l'elettrocardiogramma». La denuncia dell'Avis
di Luigi Foglietti
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Lunedì 29 Agosto 2022, 09:02

TODI È ormai da qualche anno che l’organizzazione sanitaria regionale, soprattutto in estate, quando molti disposti a donare sono in ferie, e quando le necessità aumentano per la maggior incidenza di casi, rivolge appelli alla comunità per stimolare a fare donazioni di sangue. Ma la stessa organizzazione sanitaria rende difficile il gesto complicando la vita ai potenziali donatori.
Un esempio? La dichiarazione di un donatore abituale iscritto all’ Avis di Todi che per ottenere l’idoneità ha trovato un ostacolo insormontabile. Ma non solo perché è irto di ostacoli anche il percorso di chi vorrebbe diventare donatore. «Donare è un atto che può rafforzare il proprio ego e regalare una illusoria gratificazione – commenta il donatore di Todi – il che non mi è congenito, ma donare sangue può portare sollievo, perlomeno fisico, a qualche sventurato, è per questo che non vorrei essere scoraggiato nel continuare in questo gesto solidale». «Ora si dà il caso che avendo raggiunto la mia età, 55 anni – racconta - mi si richieda un elettrocardiogramma per il quale ho richiesta medica da febbraio 2022, data dell’ultima donazione, tanto che ne potrei fare una nuova ora a settembre, ma che succede? il Cup mi dà appuntamento per l’Ecg in tarda primavera 2023, e per giunta a Branca, cioè Gubbio, senza considerare che io vivo a Todi, qualcosa mi sfugge. Un grazie di cuore a chi potrà aiutarmi a capire».
«Purtroppo l’utilizzo Covid dell’ospedale comprensoriale di Pantalla – spiega Patrizia Settimi presidente Avis Todi - ha spostato numerosi servizi in altri ospedali, tra gli altri anche questo, tanto che la protesta del nostro associato illustra una situazione che tocca almeno tutti i soci Avis della Media Valle Tevere».

Quindi, prosegue il presidente Settimi: «Ci chiediamo: come sia possibile? Come sia giustificabile che non si riesca a garantire a un donatore la possibilità di fare una visita cardiologica in tempi ragionevoli e senza dover percorrere tanta strada con tutto ciò che questo comporta? Cerchiamo di attivarci al massimo per rispondere alle richieste di donazioni di sangue che giungono dal sistema sanitario e nello stesso tempo cerchiamo di sensibilizzare i nostri soci perché non perdano la motivazione a donare, ma di fronte a situazioni del genere ci troviamo “persi”». «La convenzione Avis–Regione Umbria – spiega Settimi -prevede che il sistema sanitario si faccia promotore, a salvaguardia della salute dei malati che usufruiscono della donazione di sangue, di garantire quanto necessario per accertare l’idoneità del donatore. Perché allora non si riesce più a fare in modo che ciò avvenga nel minor tempo possibile e senza spedire i donatori in giro per l’Umbria? I soci Avis sono volontari e garantiscono un farmaco salvavita non replicabile in laboratorio, perché non si riesce a garantire una visita cardiologica in tempi brevi nell’ambito del distretto di appartenenza?». Ma sorge spontanea un’altra domanda: perché certi compiti non si affidano direttamente alle Avis con la possibilità di avvalersi di medici specialisti nelle loro sedi? «Aiutateci a capire». Conclude il presidente Avis Todi Patrizia Settimi.

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