Tesei: «Distanze, test rapidi e misurazione della febbre le mosse per ripartire presto»

La governatrice Donatella Tesei
di Italo Carmignani e Federico Fabrizi
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Mercoledì 15 Aprile 2020, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 10:05

PERUGIA - Un protocollo per la ripartenza in sicurezza, una serie di incontri con le banche già in agenda, la richiesta al governo di poter spendere in autonomia i 90 milioni della “vecchia” programmazione europea ancora disponibili per superare l’emergenza Covid. La governatrice Donatella Tesei guarda all’Umbria delle prossime settimane.
Presidente, a scorrere i numeri il Cuore verde ha tenuto sotto controllo il contagio meglio degli altri.
«Ritengo che alcune scelte siano state decisive: iniziare il pre-triage fuori dagli ospedali prima possibile, far scattare gli isolamenti domiciliari presto, ricordo il caso degli 80 ternani che erano stati a Bergamo. E poi controllare le case di riposo, attrezzare ospedali Covid e tentare ogni sforzo per aumentare i posti di Terapia intensiva».
In questa battaglia i reparti di Rianimazione sono apparsi come qualcosa di simile alla prima linea del fronte.
«Quello è il nocciolo della questione. Noi partivamo da 69 posti letto di Terapia intensiva, un numero assolutamente insufficiente che abbiamo sostanzialmente raddoppiato in pochi giorni... è stato profuso tutto l’impegno per evitare che i medici di trovassero nella condizione di dover decidere chi ricoverare e chi no. L’acquisizione di attrezzature attraverso il governo, con canali autonomi e grazie all’aiuto dei privati è stato fondamentale».
Quest’emergenza modificherà alcune priorità?
«Abbiamo fatto delle scelte significative in momenti difficili. Il progetto dell’ospedale da campo finanziato da Bankitalia per 3 milioni di euro è una delle decisioni più importanti. Ora l’Umbria ha 30 posti letto di emergenza che possono essere allestiti ovunque in 24 ore. Spero di non doverli mai usare, ma sappiamo che ci sono».
Presidente, ora che i ricoveri Covid diminuiscono la linea del fronte si sposta?
«In queste settimane abbiamo sempre agito modulando le scelte. Ora portiamo le cure a domicilio per i pazienti meno gravi evitando i ricoveri: è una mossa fondamentale per battere il virus. Arriviamo a questo passo dopo un lavoro di studio attento e l’elaborazione di un protocollo dedicato».
Molti esperti sottolineano come adesso il principale pericolo sia l’insorgere di nuovi focolai?
«L’ho detto e lo ripeto: gli umbri si sono dimostrati seri, devono continuare ad esserlo perchè il rischio di un contagio di ritorno esiste ed è alto. Occorre prudenza».
L’Umbria potrà ripartire prima di altri?
«Stiamo mettendo a punto con il nostro comitato scientifico un protocollo per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ci stiamo ragionando da giorni: saranno fondamentali le dotazioni di sicurezza, il distanziamento e poi interverremo con i test sierologici rapidi e la misurazione della temperatura».
Confindustria guarda al modello tedesco, i sindacati reclamano massima prudenza.
«La sicurezza è fondamentale, ma siamo ben consapevoli che anche pochi giorni per alcune aziende possono significare tanto, per questo sto portando avanti un’interlocuzione costante con il mondo produttivo e con i sindacati. Nei prossimi giorni incontrerò direttamente alcune grandi aziende umbre per condividere tutti insieme un percorso». Presidente, sarà fondamentale il credito alle imprese e quindi le garanzie al credito. La finanziaria regionale Gepafin avrà il suo da fare.
«Gepafin farà la sua parte. Certamente. Ma io ho già fissato per la prossima settimana alcuni incontri con istituti di credito per condividere iniziative che possano andare anche al di la del provvedimento governativo».
Con quali prospettive l’Umbria del turismo potrà guardare avanti?
«Non possiamo farci illusioni e dire che dopodomani avremo i turisti, ma abbiamo idee precise e se riusciremo a venir fuori presto dall’emergenza sanitaria avremo carte da giocare per il rilancio raccontando l’Umbria del vivere all’aria aperta, della cultura, delle eccellenze agroalimentari. Siamo pronti ad investire molto in questa direzione». 
Tesei, un messaggio al governo.
«Che il governo faccia il governo».
Cosa chiederà per l’Umbria?
«L’Umbria non vuole scorciatoie ma quello che le spetta: in primis poter spendere in autonomia i 90 milioni di finanziamenti europei “nostri” disponibili, secondo i principi di un sano regionalismo.

Molti esempi stanno dimostrando che questa emergenza non si risolve solo a livello centra le».

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