Terni, vittime del metadone a 15 anni: le famiglie di Flavio e Gianluca citano a giudizio l'Usl e chiedono 5 milioni di euro

Terni, vittime del metadone a 15 anni: le famiglie di Flavio e Gianluca citano a giudizio l'Usl e chiedono 5 milioni di euro
di Nicoletta Gigli
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Venerdì 17 Marzo 2023, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 08:31

TERNI - Fallito il tentativo di mediazione forense per la richiesta di risarcimento da due milioni e mezzo di euro all’Usl per la morte di Gianluca Alonzi, stroncato a 15 anni con l’amico Flavio Presuttari dal metadone ceduto da Aldo Maria Romboli, tossicodipendente in cura al Serd.

L’avvocato Maurizio Fliacci, legale della famiglia, ha già pronto l’atto di citazione a giudizio dell’Usl per la gestione dell’affido terapeutico del metadone al 40enne ternano.

L’azione risarcitoria da due milioni e mezzo di euro è stata avviata anche da Francesco Donzelli, legale della famiglia di Flavio Presuttari.

Sotto accusa la gestione dell’affido terapeutico di quel metadone che, a luglio 2020, fece scivolare dal sonno alla morte Gianluca e l’amico coetaneo, Flavio.

«La nostra - hanno spiegato al Messaggero Filiacci e Donzelli - è un’azione  che punta al risarcimento del danno basata sull’inosservanza da parte degli uffici dell’Usl nel ritenere il soggetto, tossicodipendente da sempre, affidabile. Tanto da applicare allo stesso l’istituto dell’affido fiduciario, che prevede che venga data la quantità di metadone necessaria per una settimana in un giorno solo».

La richiesta del risarcimento da cinque milioni di euro per la morte di Flavio e Gianluca parte dall'assunto che il doppio decesso sia stato causato dallo spaccio di metadone ad opera di una persona da anni in cura al Serd.

Ritenuta così affidabile da poter consumare il farmaco per disintossicarsi direttamente a casa sua. Un’azione quella dei due legali che è nata dopo lo studio accurato delle normative interne anche regionali, delle norme quadro e delle linee guida dell’organizzazione mondiale della sanità.

La certezza è che la gestione del metadone, finita sotto accusa dopo il doppio decesso dei due adolescenti ternani, è diventata una questione da risolvere. Anche perché, tra dicembre e gennaio, a Terni altri due uomini hanno perso la vita dopo aver assunto un mix condito col metadone. Ceduto da altrettanti tossicodipendenti in cura che lo avevano in casa. E’ di questi giorni l’atto che, su proposta dell’assessore alla salute della Regione, Luca Coletto, è stato approvato dalla giunta di palazzo Donini. Impone che i Serd siano aperti anche nei fine settimana e nei festivi per garantire le attività di somministrazione di questi farmaci negli ambulatori.

«Il metadone va consumato davanti agli operatori del Serd. Tra due settimane - ha detto l’assessore - i servizi per le dipendenze dovranno riaprire anche il sabato e la domenica. L’assunzione del metadone dovrà essere fatta lì, davanti al personale medico e  infermieristico. Se cura deve essere cura sia, ma sia cura vera».

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