Può accadere che l’aspirante ortolano decida di lavorarselo da solo, proposta ben accolta, anche se faticosissima. Il servizio prevede la possibilità di prendere l’acqua per innaffiare, acqua abbondante data la vicinanza del fiume Nera. Disponibile anche qualche consulenza tecnica, che sono comprese nel prezzo di affitto: il costo? Duecento euro o poco più a stagione. Ma accade, e questo si è verificato più spesso, che l’agricoltore in pectore scelga le piante da mettere a dimora, pomodori, zucchine e via così, delegando poi nella coltivazione l’azienda agraria. A lui rimane solo il compito di vedere crescere le piante. Ma c’è di più: «Noi procediamo alla raccolta ed alla consegna a casa del prodotto man mano che va a maturazione – spiega Loredana – Non a caso, l’idea si chiama “ Orti a domicilio”». Ovviamente il prezzo della “concessione” raddoppia. La richiesta è già buona per entrambi le soluzioni: la giovane inglese Margareth ha deciso per la prima soluzione e tutte le mattine si reca al campo per lavorarlo: «Anziché andare in palestra. E poi al mare quest’anno sarà difficile andare» dice ridendo e sfoderando una superba abbronzatura. Manco a dirlo: la tecnologia sotto forma di webcam è comparsa subito, così gli “affittuari” potranno vedere da casa, dal proprio cellulare, la crescita degli ortaggi e pregustare l’arrivo settimanale della cassetta biodegradabile che arriverà preceduta solo da una telefonata.
Certo, l’idea parte dalla emergenza del coronavirus che ha obbligato gli italiani a restare in casa. Ma anche della crescente incidenza dell’agricoltura dell’agricoltura del dopo pandemia. Insomma, la spinta è stata questa che ha messo in pista i due giovani ternani, Riccardo e Andrea Zenoni, che si è tramutata in “ orti a domicilio”. Loro avevano a disposizione una cinquantina di ettari sulla Conca Ternana, irrigua e di grande produttività e che avevano sempre coltivato anche in anni precedenti senza pesticidi o concimi chimici. L’aspetto è assolutamente positivo che dà luogo a molta gente a “scendere in campo” anche senza esperienza ma soprattutto cambia notevolmente la redditività dell’area: un quintale di grano vale una decina di euro. I prodotti orticoli non hanno pezzo. E nell’ottica della diversificazione dal grano alcuni ettari sono già stati piantati a nocciole, che va nella richiesta di una nota fabbrica di crema che è costretta ad importarle dall’Armenia.
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