Si continua a discutere, si propongono soluzioni, si fanno progetti a lungo termine ma le liste d’attesa sono sempre lunghissime, tranne che non si vada a pagamento in privato o, sempre pagando, nel servizio intramoenia. Altrimenti tutti fuori Terni o quasi, a Città di Castello o al Santa Maria della Misericordia a Perugia o a Pantalla, come se il “Santa Maria” non esistesse. C’è anche chi dovrà attendere marzo o maggio del prossimo anno per un intervento alla prostata, con tre urologie che operano all’ospedale di Terni. Gianni (nome di fantasia) soffre di una prostatite avanzata che si trascina da anni «proprio così- racconta- sono sotto controllo nell’ospedale di Terni. Un bella mattina di fine agosto, però, non c’è la facevo ad urinare. Mi sentivo gonfio, la vescica da scoppiare. La corsa al pronto soccorso dove mi hanno messo un catetere per urinare, nel avevo circa 700 cc molto al di sopra del normale. Da quel giorno mi hanno lasciato questo catetere in attesa, dicono, dell’intervento chirurgico che, badate bene non è stato ancora programmato. Hanno soltanto detto che bisogna attendere dai sei agli otto mesi poi si vedrà». Ed adesso dovrò andare avanti così con il catetere, con febbre e infiammazione». «Casi del genere,- secondo un medico che vuole mantenere l’anonimato- vanno risolti in tempi ragionevoli. Il catetere fisso per tanto tempo non fa altro che peggiorare la situazione e impigrisce la vescica». «Si tratta soltanto di buon senso, certamente, ci saranno casi molto più gravi ma anche questo limita di molto la qualità della vita della persona – sostiene Daniele Giocondi del Tribunale per i diritti del malato- addirittura a Terni si è arrivati al punto che è lo stesso medico a dire al paziente di farsi operare altrove, tanto in tempi di attesa a Terni vanno per le lunghe.
Terni. Urologia in panne: malato di prostatite
per otto mesi deve portare il catetere. Intervento chirurgico
ancora da programmare
di U.G.
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Domenica 4 Settembre 2022, 10:04
Questa è la realtà di come stiamo messi». Ma non è mica finita. Questo uno dei casi più eclatanti. Ce poi il problema delle visite specialistiche che nelle strutture pubbliche sono molto limitate? A denunciare la questione la signora Maria (anche questo nome di fantasia). Il racconto della sua odissea: «Mi sono recata al Cup dell’ospedale per un avere un appuntamento per la visita oculistica da espletare in regime di urgenza, quindi entro l72 ore. Lo sa che cosa mi è stato risposto? L’appuntamento c’è ma deve recarsi all’ospedale di Castello. Ovvia la decisione di recarmi in un studio privato. Siamo messi proprio così». «A me, invece- riprende Luisa (nome di fantasia) per una visita dall’otorino per mia madre di 97 anni, mi hanno indirizzata all’ospedale di Perugia. Lì le liste d’attesa non ci sono e qui da noi sì? Qualcosa non funziona nell’organizzazione dell’ospedale».
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