Terni, padre di sei figli trovato morto in casa a San Giovanni: torna l'incubo del metadone che uccide

Terni, padre di sei figli trovato morto in casa a San Giovanni: torna l'incubo del metadone che uccide
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 21 Dicembre 2022, 00:47 - Ultimo aggiornamento: 09:30

TERNI - Al quartiere San Giovanni torna l’incubo del metadone che uccide.

A spezzare la vita di Mehdi Tabei, 44 anni, tunisino che vive qui da quando era ragazzino, stando ai primi accertamenti, sarebbe stata l’assunzione di alcol e metadone. Un mix letale, che non gli ha lasciato scampo.

La tragedia si consuma lunedì poco prima di mezzanotte.

Qualcuno chiama i soccorsi perché in un appartamento di via Liutprando 8/a c’è un uomo che si è sentito male e non dà segni di vita.

Sul posto arrivano gli operatori del 118 e gli uomini della squadra volante della questura.

Per Mehdi i soccorsi sono inutili. Il tunisino, ormai ternano d’adozione, è stato stroncato da un malore e per chiarire le cause della morte del 44enne la polizia avvia gli accertamenti.

La casa del quartiere San Giovanni viene passata al setaccio dagli investigatori anche perché Mehdi, un gran lavoratore padre di sei figli, che aveva tantissimi amici ternani con cui è cresciuto, da qualche tempo pare facesse uso di stupefacenti.

Le indagini della polizia, coordinate dal sostituto procuratore, Giorgio Panucci, partono dall’ipotesi che il decesso sia stato la conseguenza dell’assunzione di un mix di alcol e metadone, la sostanza che i tossicodipendenti utilizzano per disintossicarsi.

La polizia lascerà l’appartamento di via Liutprando solo alle due di notte, quando la salma del tunisino viene trasferita all’obitorio a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Nelle prossime ore l’autopsia e l’esame tossicologico, che si svolgeranno a Perugia e saranno dirimenti per confermare l’ipotesi investigativa della contestuale assunzione di due sostanze che avrebbero causato un viaggio senza ritorno.

A piangere Mehdi tantissimi amici, che lo ricordano come un infaticabile lavoratore, un ragazzo d’oro che però ultimamente potrebbe essere finito in un giro sbagliato.

La certezza è che nel quartiere San Giovanni l’ipotesi del metadone killer suona come un pugno allo stomaco per i precedenti che è impossibile dimenticare. A luglio 2020 la morte di Flavio e Gianluca, i due amici andati via per colpa di una piccola dose di metadone che, unita all’alcol, li ha fatti scivolare dal sonno alla morte. Il fisico dei due quindicenni, amici inseparabili, non era abituato a fare i “conti” con gli stupefacenti e l’assunzione di quella modica quantità di metadone, ceduta loro il 6 luglio di due anni fa da Aldo Maria Romboli al campetto di San Giovanni, è stata un viaggio senza ritorno.

A giugno 2021 la morte di Hamza, 20 anni, marocchino, trovato senza vita sul pianerottolo di un appartamento di via Varese. Stroncato da un mix di droga e farmaci. In quella casa la polizia sequestrò diversi flaconi di metadone vuoti.  Alcuni erano a nome della donna che viveva lì, utente del Serd, altri invece erano intestati a un 50enne stroncato da un malore due settimane prima.

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