Terni, l'imprenditore sportivo: «Ci stiamo abituando a stare in poltrona. Non sarà facile ricominciare lo sport come prima»

Terni, l'imprenditore sportivo: «Ci stiamo abituando a stare in poltrona. Non sarà facile ricominciare lo sport come prima»
di Lorenzo Pulcioni
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Sabato 21 Novembre 2020, 23:20

TERNI «Ci stiamo abituando a stare in poltrona e a non fare alcuna attività fisica. E' preoccupante come la pandemia stia cambiando la mentalità delle persone». Per Maurizio Sciarrini, imprenditore edile e titolare del San Valentino Sporting Club, gli effetti della chiusura non si misurano solo in termini economici. Nonostante le ingenti spese sostenute per adeguarsi ai protocolli anti contagio, i centri sportivi sono stati chiusi.

«La salute è la priorità» dice in premessa. «Ma più del danno economico - prosegue - il problema è come stanno cambiando le abitudini delle persone. Questo condizionerà anche il nostro futuro».

Il secondo centro sportivo della città, che ha rivitalizzato una periferia in crisi e degradata, cuore nevralgico della Polisportiva Ternana, ospita anche la sede della Federazione italiana pilates e benessere psicofisico. «Parlare di sport quando ci sono problemi più importanti passa in secondo piano. Ma lo sport è la massima espressione di libertà ed oggi liberi non lo siamo affatto. Il virus ci condiziona la vita, dalle mascherine al distanziamento. Le vittime principali sono i ragazzi ed i bambini che non possono frequentare centri sportivi e settori giovanili.

Ma anche i tecnici che vivono dello stipendio dei centri e ora hanno bisogno del sostegno del governo per arrivare a fine mese. Come sarà lo sport in futuro nessuno lo sa al momento. L'unica speranza è il vaccino e speriamo arrivi velocemente perchè le persone si stanno abituando ad uno stile di vita lontano dallo sport» dice Sciarrini.

Nonostante le spese per adeguarsi ai protocolli, con l'ultimo Dpcm è arrivata la chiusura. L'area per l'allenamento funzionale all'aperto di circa 300 metri quadrati, realizzata durante il lockdown della prima ondata, ha permesso anche nei giorni di chiusura un leggero afflusso di persone. Ma l'incremento del 30% degli iscritti rispetto allo scorso anno fatto registrare a livello generale e la buona ripartenza dopo il primo stop sono già stati vanificati dalla seconda serrata. Già prima della chiusura il calo degli iscritti sfiorava il 40%. Ora, discorso ristori a parte, sono gli effetti sulle abitudini che rischiano di mettere ko il settore nei prossimi mesi.

«Ho investito tutta la mia vita per lo sport - prosegue Sciarrini - ho sempre programmato a media e lunga scadenza. Oggi non sappiamo cosa ci aspetta quando riapriremo. Non sappiamo quando ci daranno il via e cosa ci aspetta, questa è la cosa che colpisce di più. Cambierà il mondo in generale e anche il mondo dello sport. Bisognerà cambiare mentalità, ingegnarsi per modificare le nostre abitudini ed essere anche psicologi. Aiutare le persone a superare questo periodo anche da quel punto di vista. La seconda ondata sta lasciando strascichi in tutti noi e molti li lascerà ancora». Il riferimento è proprio alle abitudini, difficili da cambiare, e ai risvolti psicologici: «La grande sfida sarà quella di riabituare le persone a venire in palestra. Non è scontato avere tra qualche mese gli stessi numeri di prima. La gente avrà paura e sarà condizionata psicologicamente dal virus. Stiamo trascurando gli aspetti psicologici che tutto questo lascerà. Una generazione sarà condizionata da questa pandemia e non sappiamo quali saranno gli effetti sul lungo periodo in ciascuno di noi» conclude Sciarrini.

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