Terni, il teatro batte il cinema e il "caro bollette": volano gli abbonamenti alla stagione di prosa

Terni, il teatro batte il cinema e il "caro bollette": volano gli abbonamenti alla stagione di prosa
di Aurora Provantini
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Mercoledì 9 Novembre 2022, 00:00

TERNI - Terni premia l’offerta culturale viva. Registrando un aumento del trenta per cento sugli abbonamenti alla stagione di prosa del Comune di Terni organizzata dal Teatro Stabile dell'Umbria al Secci e del trecento per cento sui “pacchetti- scuola” che consentono agli studenti di assistere ad alcuni degli spettacoli in cartellone ad un costo bassissimo (25 euro per quattro date). Parliamo di 365 giovani prenotati per il Secci e 270 per il Manini, perché il Teatro Stabile dell’Umbria propone una sua stagione sia a Terni che a Narni. Ed in entrambi i teatri è un record di affezionati: 255 abbonati al cartellone del Secci e 210 a quello del Manini di Narni che ha inaugurato la stagione con il debutto in prima assoluta del nuovo lavoro di Peter Stein.
«A Terni il teatro batte il cinema – spiega l’assessore alla cultura Maurizio Cecconelli – nel senso che attrae molto più pubblico di prima della pandemia, contrariamente a quanto avviene nelle sale cinematografiche, forse anche perché i consumi sono cambiati. La cultura in presa diretta sembra avere la meglio». Per Cecconelli la “comunità di consumo” è figlia sia del lockdown che dell’offerta particolarmente alta della stagione 2022-2023: «Non era così scontato il sold out del primo spettacolo in cartellone, così come non era immaginabile un incremento del numero di abbonati». Segnala le criticità del momento: «Con il caro bollette e la minore capacità di spesa delle famiglie, gli abbonamenti potevano anche subire una flessione, anziché un aumento». Invece no. E’ boom di abbonamenti anche al Mancinelli di Orvieto: quasi il doppio rispetto allo scorso anno. «Orvieto ha puntato sin da subito sulla cultura, per la ripartenza – spiega la sindaca Roberta Tardani - ed il teatro Mancinelli è stato un luogo centrale nella programmazione culturale della città. Dopo la pandemia è stato uno dei primi teatri italiani a riaprire e ad ospitare l’opera, vincendo con “Spazio musica” un premio della Comunità europea per le “best practices” utilizzate in tema di sicurezza». «La stagione passata è partita tra mille difficoltà dovute alle limitazioni imposte dal Covid e alle normative in continua evoluzione – aggiunge la Tardani- ma grazie ad una cartellone di qualità costruito insieme al direttore artistico Pino Strabioli, siamo riusciti a riportare la gente a teatro». Per la sindaca di Orvieto il boom di abbonamenti è figlio anche di scelte che vanno nella direzione di avvicinare un pubblico sempre più variegato al teatro, con prezzi accessibili e con grandi nomi in cartellone. Che poi sono state fatte anche a Terni: se il costo di un abbonamento al Mancinelli è di 200 euro per venti spettacoli, al Secci è di 120 per dodici appuntamenti. Poi c’è il progetto di Davide Sacco e Francesco Montanari di rendere il Teatro Manini un polo culturale abitato dai cittadini, a contare. Dopo le “Occupazioni cittadine”, che hanno portato in teatro persone comuni, desiderose di immergersi in un nuovo percorso esperienziale per vivere in prima persona le dinamiche di palcoscenico, gli abbonamenti annuali hanno avuto un’impennata e sono andati esauriti in pochi giorni i 230 posti messi a disposizione. Senza parlare dei sold out. Nel frattempo il Teatro Manini si è arricchito di un nuovo spazio al suo interno, lo Smac – Sala Misciano art club, un cocktail bar pensato per la musica e il cabaret, che fin da subito ha registrato numeri inaspettati. Inoltre ha preso corpo una collaborazione tra Narni Città Teatro e il Teatro Pubblico Ligure, che ha dato vita al Grand Tour, che da novembre 2022 a maggio 2023 porterà il pubblico italiano ad assistere ai migliori spettacoli della scena europea, nei teatri in cui sono stati creati

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