Terni, stroncati dal metadone a 15 anni: la famiglia di Gianluca presenta all'Usl un conto da 2.5 milioni di euro

Per l’avvocato, il decesso dei due giovani fu causato dalla gestione errata dell’affido terapeutico del metadone

Terni, stroncati dal metadone a 15 anni: la famiglia di Gianluca presenta all'Usl un conto da 2.5 milioni di euro
di Nicoletta Gigli
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Venerdì 27 Gennaio 2023, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 11:58

TERNI - Due milioni e mezzo di euro. E’ il risarcimento che la famiglia di Gianluca Alonzi chiede all’Usl Umbria 2. Per l’avvocato, Maurizio Filiacci, il decesso di Gianluca, 15 anni, scivolato dal sonno alla morte insieme all’amico Flavio Presuttari, 16 anni, fu causato dalla gestione errata dell’affido terapeutico del metadone a Aldo Maria Romboli, con un lungo passato nel tunnel della tossicodipendenza.

Il 7 luglio 2020, poche ore dopo la morte dei due giovanissimi amici ternani, gli investigatori dell’arma arrestarono Romboli con l’accusa di aver ceduto loro il metadone che aveva in casa per curarsi.

Il quarantenne, condannato con l’abbreviato a 7 anni e due mesi di carcere, è ai domiciliari in una comunità terapeutica.

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«Gli ho venduto io la bottiglietta di metadone diluito con l’acqua. L’hanno pagata 15 euro» confermò Romboli di fronte al gip rendendo un’ampia confessione. «Lunedì non era la prima volta, era già successo i primi di giugno, anche quella sera avevano comprato metadone».

Alla base della richiesta del maxi risarcimento all’Usl c’è la gestione del metadone da parte di Romboli, da anni in cura per disintossicarsi. Il lunedì andava a prendere il metadone che avrebbe dovuto assumere per tutta la settimana, circostanza confermata, dopo il decesso di Flavio e Gianluca, dal sequestro a casa sua di altri flaconcini pieni.

«Secondo noi in questa circostanza tragica, che ha provocato la morte di due ragazzini, il protocollo che riguarda l’affido fiduciario del metadone non è stato rispettato - dice l’avvocato Filiacci. Prima dell’affido stesso è necessaria una valutazione complessiva dal punto di vista psicologico e dell’affidabilità del soggetto. Parliamo di una persona che si è resa protagonista di gesti inconsulti, che potevano essere verificati in questura, che minano l’affidabilità. A prescindere da questo siamo di fronte a un soggetto con alle spalle una lunghissima storia di tossicodipendenza e, non comprendendo come possa essere stato ritenuto affidabile, non siamo a conoscenza se di queste verifiche esista o meno traccia».

Il legale della famiglia di Gianluca, convinto che la morte del quindicenne sia legata a un errore nella gestione sanitaria del percorso di disintossicazione, presenta un conto salato all’Usl. Analoga richiesta è stata avanzata dalla famiglia di Flavio.

Ci sarà, come prevede la legge, un tentativo di mediazione di fronte all’ufficio di conciliazione istituito all’ordine degli avvocati necessario ai fini del successivo atto di citazione.

«La nostra - precisa Filiacci - è un’azione che punta al risarcimento del danno basata sull’inosservanza da parte degli uffici dell’Usl nel ritenere il soggetto, tossicodipendente da sempre, affidabile. Tanto da applicare allo stesso l’istituto dell’affido fiduciario, che prevede che venga data la quantità di metadone necessaria per una settimana in un giorno solo».

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