Piccioni da uccidere o barboni da cacciare
i dilemmi di Gentiletti e le ordinanze di Latini

La foto postata da Gentiletti
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Martedì 18 Dicembre 2018, 17:15
Sarà che con i social è tutto più immediato. Oppure, che l'hashtag permette una lettura più semplice delle questioni in ballo. Fatto sta che il post del consigliere Gentiletti (guarda) sintetizza, con una buona dose di ironia, il senso del dibattito politico in corso a Terni. Con il Consiglio comunale che ieri nel volgere di poche ore è passato dal tema della sicurezza, affrontato con troppa voglia di scontro e poco di confronto, a quello del “contenimento dei colombi di città” votato al grido di battaglia "morte ai piccioni" perché "sporcano e portano malattie". Al netto del prevedibile scontro politico tra maggioranza e opposizione, rispetto a due temi degni della stessa attenzione perché affrontati dalla massima espressione democratica di una città, non può non catturare un sorriso il post di Gentiletti. La donna "clochard" - a Gentiletti la lingua francese piace particolarmente visti i sui trascorsi a Nizza - che regala un po' del suo misero pasto ai piccioni ha una carica comunicativa esplosiva. Basta una foto per far emergere tante, forse troppe, contraddizioni. Gli ultimi della Terni sovranista, piccioni e barboni, almeno in questa fase, che si aiutano tra di loro è un'immagine a tratti commovente, rispetto al giro di vite impresso dall'amministrazione Latini in merito a due problemi, magari giustamente sentiti in città, ma di certo non di prioritaria importanza per Terni. Ma Gentiletti, avvocato del diavolo, pardon del volatile o del barbone, ne fa comunque una questione politica quando chiede, provocatoriamente, come si comporterà il sindaco: punirà la barbona con il rischio di far volare via i piccioni, o al contrario abbatterà i piccioni con il rischio che la donna fugga?”.  Al primo cittadino l'ardua sentenza. 
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