Terni, scomparsa di Barbara Corvi: "Nessun indizio contro Roberto lo Giudice"

La procura chiede l'archiviazione dell'indagine sul marito accusato di omicidio e occultamento di cadavere

Roberto Lo Giudice
di Nicoletta Gigli
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Giovedì 23 Febbraio 2023, 00:35

TERNI - La traccia biologica che i Ris hanno prelevato nel Suv di Roberto lo Giudice non appartiene alla moglie Barbara Corvi, sparita dalla sua casa di Montecampano nell’ottobre del 2009 e mai ritrovata.

E i sette testimoni ritenuti fondamentali per chiarire un mistero lungo 13 anni, sentiti di nuovo dagli investigatori, non hanno aggiunto elementi utili per portare a processo Roberto Lo Giudice, indagato per omicidio e occultamento di cadavere.

Le nuove indagini a carico di Roberto, disposte a luglio dal gip, Barbara Di Giovannatonio, si chiudono con la richiesta di archiviazione del procedimento penale a carico del marito di Barbara. A depositarla il procuratore, Alberto Liguori, titolare del fascicolo tirato fuori dai cassetti tre anni fa con lo scopo di chiarire uno dei misteri più bui che la cronaca ricordi.

All’esito del supplemento di indagini sul suv di Roberto a caccia di tracce di Barbara, passato al setaccio dai carabinieri del Ris con la tecnica del luminol come era accaduto tre mesi dopo la scomparsa della mamma amerina, e sulle nuove testimonianze raccolte dagli investigatori, non sono emersi elementi tali di far finire a processo Roberto Lo Giudice. Lui si è sempre proclamato innocente negando di sapere che fine possa aver fatto sua moglie, inghiottita dal nulla. Depositando la richiesta di archiviazione del procedimento contro Roberto, finito in carcere e poi liberato con una decisione del Riesame poi confermata dalla Cassazione, Liguori ha comunicato alle parti la propria decisione. Ora i legali della famiglia Corvi, Giulio Vasaturo, e dell’indagato, Giorgio Colangeli e Cristiano Conte, hanno trenta giorni per prendere visione degli atti d'indagine e presentare opposizione con richiesta motivata di prosecuzione delle indagini preliminari. Poi si torna davanti al gip.

«La vicenda relativa alla scomparsa di Barbara Corvi - si legge nella nota del procuratore capo, Claudio Cicchella - ha impegnato l’ufficio e si è conclusa con decreto di archiviazione emesso dal gip il 20 maggio 2015. Analoga richiesta di archiviazione è stata formulata da questo ufficio il 4 gennaio 2022, a seguito della riapertura indagini, favorita dalla trasmissione di atti della dda di Reggio Calabria. Nel luglio scorso veniva delegata l’acquisizione di ulteriori elementi investigativi. Gli sforzi istruttori condotti - aggiunge Cicchella - confermano le conclusioni di un anno fa. Anche all’esito degli approfondimenti istruttori disposti il quadro indiziario non consente di ritenere, pur se letto congiuntamente con gli altri elementi emersi dall’ampia attività investigativa sulla scomparsa di Barbara, la sussistenza nei confronti dell’indagato di gravi indizi di colpevolezza in ordine all’omicidio della moglie. Non essendosi formato un quadro indiziario idoneo a supportare una ragionevole prognosi di condanna, questo ufficio ha formulato una nuova richiesta di archiviazione».

Cautela da parte dei legali dell’indagato e della famiglia Corvi. «Mi riservo di valutare gli atti» si limita a dire Giulio Vasaturo, che tutela la famiglia di Barbara.

«Soddisfazione per la richiesta di archiviazione ma sul piano delle valutazioni tecniche non mi sbilancio finché non avrò visionato gli atti» dice Giorgio Colangeli che, col collega Cristiano Conte, difende Roberto Lo Giudice.

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