TERNI L’ ospedale di Terni sembra non avere più pace. La situazione mette in fibrillazione i medici per l’incertezza sul futuro dell’azienda anche in considerazione della nuova convenzione tra Regione e Università con il Santa Maria che vede ridimensionate alcune strutture di alta specialità che da complesse potrebbero diventare semplici e con ben più di 12 reparti guidati da primari facente funzione senza l’autorità di contrattazione con i vertici dell’ospedale. Questo ha determinato e continua a farlo, dimissioni dei medici e non soltanto. Un’emorragia inarrestabile che continua a depauperare la struttura ternana anche se, con il nuovo direttore generale Andrea Casciari, in fretta si è messo mano ai concorsi. Di qualche giorno l’uscita volontaria dal lavoro di due dirigenti a tempo indeterminato. Si tratta di Nicola Bizzarri nell’organico di ortopedia e traumatologia e di Silvia Bianchetti di anestesia e rianimazione. Lasceranno il servizio rispettivamente il 16 giugno e il 1 di agosto 2023. Non sono i soli. Nei mesi scorsi altri professionisti avevano lasciato la struttura ospedaliera, al punto che la direzione aveva emanato un bando per richiamare i medici di anestesia e rianimazione andati in pensione, in considerazione delle criticità del reparto e per garantire le necessarie sedute operatorie. La “mossa”, seppure lodevole, però, non ha risolto definitivamente il problema, ma rappresentava l’unico modo possibile per avere a disposizione gli anestesisti- rianimatori in sala operatoria, in considerazione che questi medici mancano all’ospedale di Terni come in tutti gli altri ospedali italiani. Da parte dei medici che hanno scelto di andare via, c’è quasi, se si così si può chiamare, una specie di sconforto e l’ambizione, magari, di far fortuna altrove dove le condizioni sono migliori e pure la certezza del futuro.
Terni. Santa Maria, continua l'emorragia di medici
Venerdì corteo contro la convenzione Regione -Università
di Umberto Giangiuli
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Martedì 7 Marzo 2023, 12:37
Altrimenti non c’è altra spiegazione per questa “fuga” cominciata già da qualche anno e che in questi ultimi tempi si è ulteriormente accentuata. Quella dei dottori Bizzarri e Bianchetti non sono l’unico abbandono. Ce ne sono stati anche altri sempre in strutture complesse come quella di neurochirurgia dove il primo di marzo ha lasciato la dottoressa Martina Della Costanza, precisamente un anno dopo dall’assunzione a tempo indeterminato. A malattie dell’apparato respiratorio sempre per dimissioni volontarie è andata via Maria Comasia Leone. La dotazione organica dell’azienda ospedaliera conta circa 375 dirigenti medici in servizio. «Un aspetto da non sottovalutare - spiega la dottoressa Maria Rita Bruscolotti, direttore delle risorse umane del Santa Maria - è l’abbassamento di 10 anni dell’età media del personale medico: dai 56 anni del 2018 agli attuali 46 anni. Un dato positivo, questo, in controtendenza con la media nazionale, se si considera che l’età media di più della metà dei medici nel nostro sistema sanitario nazionale supera i 55 anni». Intanto M5S, Pd, Senso Civico e Terni Immagina hanno organizzato per vederdì 10 marzo un corteo contro lo smantellamento e alla privatizzazione della sanità pubblica «portato avanti dalla giunta regionale nel silenzio assordante del sindaco Latini». Il corteo partirà alle 18 dalal stazione di Terni per arrivare a Palazzo Spada «per chiedere le dimissioni della presidente Tesei e dell’assessore Coletto che attraverso la convenzione tra Università e Regione Umbria vogliono dare l’ennesimo colpo di grazia all’ospedale Santa Maria di Terni che rischia di perdere il reparti di cardiochirurgia, neurochirurgia radiologica, chirurgia maxillo –facciale e chirurgia della mano che andrebbero tutti a Perugia con i relativi primari».
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