Ragazzi morti, Aldo Maria Romboli
resta ai dociliari in una comunità

Ragazzi morti, Aldo Maria Romboli resta ai dociliari in una comunità
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 12:19

TERNIAldo Maria Romboli resta ai domiciliari nella comunità terapeutica per tossicodipendenti di Spello dove era stato trasferito alla fine di settembre. L’ha deciso il tribunale del riesame di Perugia, che ha esaminato il ricorso della procura contro il provvedimento deciso dal gip, Barbara Di Giovannantonio. Per i giudici prevale il senso del recupero di Aldo Maria, 40 anni, una vita nel tunnel della tossicodipendenza, finito in carcere il 7 luglio scorso con l’accusa di aver ceduto il metadone che ha ucciso Flavio Presuttari, 16 anni e Gianluca Alonzi, 15enne. Scivolati dal sonno alla morte ognuno nel proprio letto dopo aver assunto la sostanza che l’indagato aveva in casa come utente del Serd e che confessò di aver venduto in cambio di 15 euro. Aldo Maria lasciò la cella per la comunità dopo che il gip aveva accolto l’istanza presentata da Massimo Carignani, legata alla legge che prevede pene alternative al carcere per i reati connessi al consumo di droga. «Pur confermando in questa sede la gravità dei fatti contestati al Romboli - sottolineò il giudice - non si ravvisano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza per cui la misura restrittiva presso la struttura Cast appare concedibile». 
In quella sede la procura espresse parere contrario e poi impugnò il provvedimento «anche per comprendere quali elementi siano sopravvenuti - disse il procuratore, Alberto Liguori - per aver mutato il quadro cautelare in poco più di due mesi». Per Romboli, che in questi mesi ha mostrato di collaborare al programma di recupero, il riesame ha confermato la misura alternativa al carcere. Il provvedimento arriva nei giorni in cui la procura ha chiuso le indagini sul decesso dei due giovanissimi amici ternani. 
Portate avanti dai carabinieri e coordinate da Liguori e dal pm, Raffaele Pesiri, vedono Romboli, reo confesso, accusato di “morte come conseguenza di altro reato”. Fu lui a raccontare di fronte al gip di aver ceduto ai due amici solo il metadone, che aveva in casa per disintossicarsi. E di averlo fatto anche un’altra volta i primi di giugno. Gli investigatori hanno lavorato anche per ricostruire il percorso terapeutico che ha consentito ad Aldo Maria di avere la disponibilità di quel metadone che deteneva legalmente come utente dei servizi dedicati ai tossicodipendenti.

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