«Scuola, troppe incertezze: rischio sciopero bianco degli insegnanti»

«Scuola, troppe incertezze: rischio sciopero bianco degli insegnanti»
di Alberto Favilla
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Martedì 1 Settembre 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 19:38

TERNI C’e incertezza, confusione tra gli insegnante ternani come un po’ in tutta Italia. La prossima riapertura delle scuole sta creando tanti interrogativi. Le domande dei docenti sono tante. Intanto per oggi 1 settembre era prevista la partenza dei corsi di recupero (non saranno, comunque, pagati gli extra agli insegnanti) ma in realtà non ci sono ancora le modalità e le condizioni e quindi prima ripartenza “tradita”. (Forse i corsi, quest’anno si chiamano Pai, slitteranno dopo l’avvio dell’anno scolastico). E allora gli interrogativi, le domande diventano scontate. Inizieranno i corsi di recupero per rimediare i debiti scolastici? inizieranno davvero le scuole il 14 settembre? con i bus pieni all’80 per cento, le mascherine, qualcuno dice si, altri no, il distanziamento sociale? Insomma, una situazione, anche quella ternana, con poche certezze. "Oggi, intanto, noi abbiamo il primo Collegio docenti online – argomenta la prof Simona Brutti, insegnante di Lingue al Liceo Galilei – al quale seguiranno tutte le solite attività di programmazione compresa quella molto delicata del piano scolastico per la didattica digitale integrata. Sono ancora tante le attese e le difficoltà nell’organizzare sia l’orario che le presenze in aula. Tutti speriamo che l’anno scolastico parta regolarmente, e in presenza, soprattutto per le prime classi che hanno bisogno di un approccio anche fisico alla scuola". Una situazione che coinvolge tutti gli istituti ternani. "Noi, invece, il Collegio Docenti lo abbiamo in programma giovedì con modalità mista, online o in presenza – aggiunge il professor Alessandro Vichi, che insegna Lettere e storia al Liceo Angeloni – intanto abbiamo annullato tutti gli esami integrativi e la verifica delle competenze acquisite degli alunni in mobilità internazionale. Anche i corsi di recupero dei debiti sono stati spostati al dopo inizio della scuola anche perché c’è in ballo un contenzioso tra le parti sociali e il Governo di una attività a mio avviso aggiuntiva. Per quanto riguarda la nostra scuola abbiamo il problema degli spazi in quanto tutte le classi sono numerose in particolare le classi prime che attualmente sono superiori alle trenta unità. Siamo in attesa di chiarimenti del Ministero Istruzione. Attualmente c’è molta confusione – conclude il professor Vichi, che è anche rappresentate sindacale – ad esempio si torna a parlare di rotazione, due terzi in presenza e il restante online da casa. Alternativa indossare tutti la mascherina qualora non ci fossero i requisito del distanziamento". Il problema riguarda anche la sicurezza a scuola, il posto di lavoro. I docenti non sono assolutamente tranquilli. "Io ho fatto il test sierologico – dice la professoressa Lucia Tassi che insegna lingue straniere al Linguistico – tutto bene, ma non sono affatto tranquilla. I ragazzi tornano a scuola senza aver fatto alcun test e a proposito della misurazione della febbre spetterà alle famiglie. Molti colleghi con patologie gravi o immunodepressi stanno pensando seriamente ad un anno di aspettativa o all’esonero perché lavoratori fragili. E in questo contesto potrebbero rientrare anche gli insegnanti che hanno superato i 55 anni. E i ragazzi malati, i disabili? Mancano anche in questo versante linee guida precise. Temo davvero che anche in Italia possa accadere quello che sta succedendo in altri paesi europei, si riparte e poi di nuovo tutti a casa". 

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