A Terni cento rifugi antiaereo, all'interno
ancora i sacchi di sale e le scritte d'amore

A Terni cento rifugi antiaereo, all'interno ancora i sacchi di sale e le scritte d'amore
di Paolo Grassi
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Giovedì 10 Marzo 2022, 11:22

TERNI Una vera città sotterranea. Spesso dimenticata, interessata fino a tre anni fa da visite periodiche aperte a cittadini e scolaresche, organizzate dal gruppo Pipistrelli del Club alpino italiano e dal Comune, poi interrotte per il covid e non ancora riprese. Vani stretti, bui. Ci si passa sopra inconsapevolmente, camminando per le vie del centro. Eppure, nel loro buio racchiudono la storia. Quella della città antica, ma anche quella della città perseguitata dall’incubo dei 108 bombardamenti della seconda guerra mondiale, quando lì dentro ci si rifugiava mentre gli aerei sganciavano le bombe. In alcuni, negli anni, sono stati ritrovati anche dei sacchi di sale, o viveri e provviste. In qualcuno, anche dei messaggi d’amore, scritti sulle pareti presumibilmente proprio mentre passavano sopra a Terni gli aerei da guerra. La paura delle bombe, rimasta tra le pareti di quei reticoli sotterranei, torna a galla oggi, con il conflitto tra Russia e Ucraina e l’incubo del rischio di un terzo conflitto mondiale. «L’ultima visita – spiega Paolo Boccaccini del gruppo Pipistrelli, esperto ed esploratore di questi sotterranei utilizzati come rifugi antiaerei – è stata nel 2019, coordinata con il Comune e l’allora assessore Andrea Giuli. Ora, lui, non c’è più. Ma dall’amministrazione comunale non abbiamo avuto altri segnali». Chissà che con la fine dell’emergenza covid (con la speranza che, almeno quello, di incubo, finisca presto) si potrebbe riprendere in mano la cosa. I sotterranei che in tempo di guerra facevano da rifugio, in città sono più di quanto si immagini. Alcuni se ne conoscono e sono ancora accessibili, di altri si sa della loro esistenza ma non si è più riusciti ad accedere ad essi, di altri ancora non se ne conosce la collocazione esatta ma si pensa che possano esistere, altri non sono più accessibili perché murati da interventi di ristrutturazione di immobili.

I tanti sotterranei cittadini, più di un centinaio di cui un’ottantina censiti, sono principalmente sotto a palazzi storici, immobili di proprietà privata. Alcuni proprietari li aprono, altri no. Soprattutto sotto i palazzi nobiliari. All’epoca erano grotte ad uso di cantina, nella seconda guerra mondiale sono stati utilizzati come rifugi. Noti sono quelli sotto palazzo Carrara, nelle cantine di palazzo Morelli e sotto il palazzo di corso Tacito dove sono Radio Galileo e la libreria ex Alterocca. Sono poi visibili gli accessi dal parco Ciaurro ai rifugi sotto la passeggiata e il reticolo di cunicoli in strada Santa Maria Maddalena, vicino alle acciaierie, dove si rifugiavano gli operai. Un tunnel sotterraneo, del quale si cercano tutt’ora gli accessi, è tra piazza Tacito e piazza della Repubblica, un altro tra la biblioteca e piazza Solferino, ma c’è anche una rete di passaggi tra San Salvatore, via Manassei e San Pietro. Altri si trovano sotto alcune scuole. Ora più che mai, Terni ha la necessità di far tornare a galla questa memoria, in un periodo storico in cui si vive, anche se ancora lontano, una guerra che fa paura. «Speriamo – dice Boccaccini – di poter quanto prima ricominciare ad aprire alcuni rifugi alla cittadinanza in visite guidate, come abbiamo fatto in via Carrara, palazzo Morelli e Santa Maria Maddalena. E’ importante trasmettere anche ai giovani le atrocità della guerra». Chissà se il Comune, magari nei prossimi mesi, potrà battere un colpo.

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