TERNI - «Mi sono educato, nella mia infanzia, a svegliarmi al mattino e a vedere dalla mia stanza due camionette sotto casa». Claudio Carnieri, il filosofo e politico del Pci che è stato anche presidente della Regione Umbria, ha trascorso l’infanzia e la giovinezza in “Quella piazza della Pace” di Terni su cui ha scritto un volume di ricordi e memorie. Stava lì la sede decentrata della Questura. «E questo è un segno straordinario di come il “Villaggio Italia” sia stato un pezzo fondamentale della storia della città per molte ragioni: era l’espressione fortissima di un quartiere operaio nel quale era venuta ad abitare gran parte della brigata partigiana “Gramsci” e di quei partigiani che andarono, all’inizio del 1945, il 3 febbraio, a combattere volontari nella Divisione Cremona contribuendo alla liberazione dell’Emilia Romagna fino a Venezia». L’inaugurazione, il 27 ottobre, dell’intervento di restauro sulla fontana di piazza della Pace da parte dell’amministrazione comunale con il contributo della Fondazione Carit, ha smosso tanti ricordi: le biciclette che gli operai usavano per andare a lavorare in fabbrica, le tute blu che le loro mogli lavavano e poi lasciavano asciugare sui balconi, i rumori di quel quartiere iniziato a costruire nel ’42 in cui si formarono molte personalità della Fiom e della Federazione dei giovani comunisti. «Così Villaggio Italia venne considerato sempre più un quartiere di “sovversivi”. Di qui, la decisione di istituire nel 1947 una sede decentrata della Questura».
Carnieri ricorda la sua giovanissima vita in piazza della Pace quando, a nove anni, nel 1953, iniziò a distribuire l’Unità, giornale del Pci. In quel decennio tante furono le vicende che segnarono la vita della città. A partire dalla uccisione di Luigi Trastulli il 17 marzo del 1949 in una manifestazione per la pace. In uno scontro con le camionette della polizia. «Un fatto che finì nella prima pagina dei quotidiani nazionali e arrivò anche in Parlamento. Da qui la scelta di collocare al centro del Villaggio Italia la piazza della Pace. Tra le primissime istituite in tutta l’Italia».
«Trastulli, quella mattina, usciva dalla fabbrica per recarsi alla manifestazione in difesa della pace che si sarebbe tenuta in piazza del Popolo, insieme ad altri giovani operai che poi rimasero feriti, una parte dei quali era di Villaggio Italia».
«E’ lungo questo intreccio, tra lotte operaie e vita quotidiana, che si caratterizzò quel quartiere popolare. Non a caso per anni ospitò il palco del Cantamaggio e fece nascere il concorso che premiava i balconi più belli».
«Ricordo che in quegli anni dell’infanzia andavo con mio padre a cogliere il biancospino lungo le strade del bosco delle Grazie per addobbare il nostro balcone».
Ecco. Ci sono state poi altre stagioni, soprattutto negli anni Ottanta, quando Villaggio Italia si era trasformata in una piazza di spaccio “dura”.
A Carnieri, però, piace tornare negli anni Cinquanta e Sessanta. A quando il giornalaio Renzi, il primo di maggio, faceva arrivare una carrozza a cavallo da piazza del Popolo a piazza della Pace per prelevarlo e portarlo ai festeggiamenti, sempre in piazza del Popolo. «Un suo amico gli suonava, alla partenza, l’Internazionale. Il giornalaio Renzi era stato emigrato in Francia dove aveva lavorato nell’antifascismo: il suo figlio Elbano fu un importante partigiano». In questa storia Carnieri ricorda ancora quando la festa provinciale dell’Unità – nel ’54 e ’55 la Questura impedì che si svolgesse alla Passeggiata - venne organizzata proprio a Villaggio Italia.
Ecco. Sapere che la fontana di piazza della Pace, che si ispira al mondo, è stata restaurata, ha fatto tornare in mente, a chi è stato protagonista della storia di Terni e dell’Umbria, un intreccio denso di sentimenti e di ricordi politici e culturali.