Sottani, procuratore generale: «A Terni allarme droga, è diventato centro di smistamento»

Sottani, procuratore generale: «A Terni allarme droga, è diventato centro di smistamento»
di Vanna Ugolini
4 Minuti di Lettura
Martedì 25 Maggio 2021, 09:31

Sergio Sottani, da poco più di un mese procuratore generale a Perugia. Un ritorno, dopo diversi anni di carriera fuori dall'Umbria.
Condivide l'allarme lanciato dal procuratore di Terni, Alberto Liguori sulla presenza delle mafie dei colletti bianchi? Ci sono indagini in corso?

«Non so nulla circa indagini in corso e comunque non ne parlerei. Quello che posso dire, anche per l'esperienza che ho accumulato lavorando in Emilia Romagna e nelle Marche è questo. In Emilia Romagna, ad eccezione di Reggio Emilia, non c'è la presenza della mafia tradizionale e così nelle Marche. Per quello che ho studiato e letto da quando sono arrivato qui, la situazione che riguarda l'Umbria è analoga. L'allarme lanciato dal procuratore di Terni credo che si inserisca nel contesto dei rischi della presenza di una mafia che si pone come fornitrice di servizi. E' un allarme da prendere in considerazione».

Il procuratore ha parlato di aziende che hanno sedi in grandi città e poi aprono filiali fittizie a Terni per ripulire il denaro.
«Per la mafia quello che conta è mettere in circolazione denaro e lo fa non rispondendo alle leggi di mercato in un regime di concorrenza sleale.

Alla mafia interessa solo investire soldi, il guadagno viene dalla circolazione del denaro. Oggi controllare questi flussi è reso ancora più complicato dalla possibilità di utilizzare le criptovalute che sono ancora più difficile da monitorare. Voglio sottolineare che le criptovalute di per sè non sono illegali ma è molto più difficile risalire al flusso di denaro sporco per chi ne fa un uso illegale».

In questo momento l'Umbria sta attraversando un periodo storico molto particolare: deve ancora essere finita la ricostruzione post terremoto e arriveranno anche i fondi per il Recovery e per i bonus 110. Una montagna di soldi.
«E' un momento delicato, in cui dobbiamo fare molta attenzione. Per quanto riguarda il bonus sisma il rischio sono i sub appalti per la ricostruzione. Dobbiamo vigilare che lavorino aziende sane, controllare che non siano scatole che magari hanno composizione sociale diversa rispetto al nome con cui sono registrate. Bisogna rafforzare i controlli e lavorare di concerto, coinvolgere, ad esempio, la Camera di commercio. Il nostro impegno dovrà essere concentrato sul fare in modo che tutta questa serie di benefici vadano a finire nelle mani giuste. Siamo su un piano diverso ma va verificato anche se il reddito di cittadinanza va alle persone a cui veramente spetta».

Lei vuol dire che c'è il rischio, ad esempio, che questo denaro venga passato di mano, utilizzato per pagare i debiti che gli imprenditori possono aver accumulato in questo anno e mezzo di crisi profonda?
«C'è anche questo rischio».

Il Messaggero ha raccolto anche la preoccupazione dell'associazione anti usura.
«L'usura è un reato difficile da dimostrare perchè chi è vittima si vergogna a denunciare e perchè c'è molta omertà. Secondo le statistiche le denunce per questo reato sono molto poche».

Il procuratore di Terni ha parlato anche di scarsità di personale per fare le indagini.

«Su questo non mi sono ancora informato. Quello che posso dire è che gli strumenti giuridici per far fronte a questi rischi ce li abbiamo e che quello che deve funzionare è tutto il sistema: bisogna fare un grande lavoro di coordinamento. Non che prima non sia stato fatto nulla ma questo è un momento molto delicato che richiede una grande attenzione. Bisogna dimostrare che c'è un sistema che sa leggere le infiltrazioni, le sa riconoscere, controlla e riesce a dare una risposta che è calibrata».
 

A Terni più volte è stato lanciato l'allarme per la presenza di un grosso mercato di spaccio.
«Il fenomeno dello spaccio a Terni mi preoccupa. Ci sono segnali preoccupanti: a Terni si viene da fuori per comprare la droga e da Terni si porta la droga a clienti fuori regione. E' diventata un centro di smistamento importante. Non vedo radicamento di mafie straniere ma associazioni sì. Droga ce n'è tanta, sia a Terni sia a Perugia, in misura maggiore rispetto al consumo interno. Anche su questo bisogna lavorare con intensità»
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA