Terni, Finocchio e Boccolini: "No alla chiusura dell'ufficio della polizia postale"

Terni, Finocchio e Boccolini: "No alla chiusura dell'ufficio della polizia postale"
2 Minuti di Lettura
Lunedì 24 Febbraio 2014, 15:21 - Ultimo aggiornamento: 22:04
TERNI - Il presidente del consiglio comunale, Giorgio Finocchio, e il consigliere Giuseppe Boccolini hanno presentato stamattina un atto d’indirizzo contro l'ipotesi di chiusura dell’ufficio provinciale della Polizia Postale a Terni.



Nell’atto si chiede che il consiglio comunale impegni il sindaco e la giunta ad “attivarsi, in rappresentanza di un interesse legittimo della nostra città, presso gli organi governativi-ministeriali e parlamentari, nonché di rappresentanza degli enti locali, affinché sia scongiurata l’ipotesi di chiusura selvaggia degli uffici provinciali, come quello di Terni, con conseguente grave danno per i cittadini utenti di un servizio moderno e qualificato. La Polizia Postale e delle Comunicazioni è infatti l’unico ufficio di sicurezza che attualmente contrasta tutti i reati che avvengono con l’utilizzo della rete informatica e della rete telefonica”.



Reati in forte aumento, dicono i firmatari dell’atto: basti pensare alle frodi informatiche, allo stalking, al cyber bullismo, alla diffamazione a mezzo web, alla pedofilia. Reati per contrastare i quali "è necessaria una risposta immediata e una presenza fisica degli operatori sul territorio, che l’accentramento in un’unica sede regionale del servizio e una diminuzione degli organici, non potrebbero certo garantire, lasciando così di fatto scoperto il territorio ternano e rendendolo maggiormente appetibile alla criminalità".



C’è poi il capitolo della prevenzione che verrebbe meno, considerato che attualmente la Polizia Postale di Terni "svolge un’opera di formazione e sensibilizzazione ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie sui rischi dell’utilizzo del web, che nel 2013 ha riguardato ben 3600 studenti dell’intera provincia. L’accentramento regionale degli uffici – si legge ancora nell’atto - comporterà una grave perdita delle numerose professionalità formatesi in 15 anni di lavoro a Terni e il personale impiegato nell’unica sede regionale superstite alla soppressione, non sarà in grado di far fronte all’accresciuta mole di lavoro, che si sommerà a quello attuale già sovrabbondante, con la certezza di non poter far più fronte alle esigenze minime di sicurezza del territorio”.